“Segnare, per me, è una cosa più unica che rara”… Parole e musica sono di Manuel Lazzari, 26 anni a novembre, motorino della fascia destra con il quale hanno corso veloci anche i sogni (a lieto fine) di salvezza dei tifosi della Spal in queste due stagioni trascorse in Serie A. Sogni che proseguiranno adesso senza il gioiellino di Valdagno, ormai proiettato da radio mercato verso quel che sembra un pressoché certo approdo alla corte di Simone Inzaghi alla Lazio. E allora, perché puntare sul buon Manuel in ottica fantacalcio dopo questa candida ammissione da parte del diretto interessato? Facciamoci aiutare da alcuni dati statistici che comunque non mentono mai: nella stagione appena conclusa 2018-19 Lazzari ha collezionato 32 presenze, impreziosite da 8 assist, macchiate da 7 cartellini gialli, ma condite riccamente con una media voto di 6,47 che sublima in una fantamedia di 6,61. In pratica se sul vocabolario cercate la parola affidabilità compare la sua faccia da bravo ragazzo, che in questi ultimi 7 anni ha fatto una scalata irresistibile dal Montecchio in Serie D alla Serie A, esordendo anche in Nazionale il 10 settembre 2018 in occasione di Portogallo-Italia, sfida di UEFA Nations League vinta dai lusitani per 1-0.
Mister Leonardo Semplici ha sempre sostenuto che Lazzari può disimpegnarsi bene anche da terzino in una difesa a 4, considerate le sue doti di dinamismo e capacità di corsa, ma tatticamente si è sempre espresso alla grande in un 3-5-2, che è un modulo che usa sovente anche Simone Inzaghi con la sua Lazio, per cui non prevediamo grosse difficoltà di ambientamento dal punto di vista tattico. Anzi, essendo la Lazio squadra dalla mentalità più offensiva, chissà che il motorino destro non rinverdisca i fasti delle 2 reti segnate alla sua prima stagione in Serie A nel 2017-18 contro Udinese e Genoa. Sarebbe già un (altro) piccolo grande trionfo per uno che a 16 anni pensava di smettere, utilizzando il diploma in meccanica e i vari stage in fabbrica. Per uno che “segnare, per me, è una cosa più unica che rara…”.
Lo abbiamo conosciuto col semplice diminutivo di “Ola” Aina. Ma l’esterno inglese naturalizzato nigeriano, e adesso interamente di proprietà del Torino che lo ha riscattato il mese scorso per 10 milioni di euro, riesce a realizzare anche cose ben più complicate della sua complicata identità anagrafica. Sì, perché Temitayo Olufisayo Olaoluwa Aina non è solo uno scioglilingua che farebbe impallidire persino l’arcivescovo di Costantinopoli che si è disarcivescoviscostantinopolizzato, ma è anche colui il quale nell’ultimo campionato è riuscito a siglare un assist direttamente da rimessa laterale in Torino-Lazio 3-1, ed è anche colui il quale appena tre settimane fa in occasione di Nigeria-Burundi di Coppa d’Africa, col risultato inchiodato sullo 0-0, al minuto 77 ha pensato bene di realizzare il più difficile e visionario dei colpi di tacco per mandare a bersaglio il suo compagno Ighalo. Insomma, se c’è da stupire, se c’è da rendere facili anche le cose più improbabili, allora “Ola” Aina fa per voi.
Se invece preferite restare più ancorati alla realtà, se fate del pragmatismo il vostro credo, allora bisogna fare per forza di cose qualche conto, ed anche in questo caso affidarci ai numeri: Aina nella stagione appena trascorsa 2018-19 ha accumulato 29 presenze, andando spesso in ballottaggio ora con De Silvestri, ora con Ansaldi, due tipi dal rendimento sempre sopra la media. Ha realizzato una rete, il 10 febbraio 2019 contro l’Udinese. Ha messo insieme 3 assist (uno già menzionato). Ma ha altresì collezionato 4 cartellini gialli ed uno sciagurato cartellino rosso nei minuti di recupero della gara casalinga persa dai granata contro il Bologna, cartellino che gli è anche costato 3 giornate di squalifica. Il tutto ha contribuito a non far arrivare la sua media voto (5,79) e la sua fantamedia (5,93) alla sufficienza, per cui sotto alcuni aspetti bisogna senz’altro migliorare.
Inoltre, va anche considerato che l’inesauribile Aina non si è ancora mai fermato e riposato da Luglio 2018, quando era ancora al Chelsea, e che adesso la Coppa d’Africa potrebbe farlo rientrare in sede solo ad Agosto inoltrato, e questo potrebbe influire dal punto di vista fisico nonostante la giovane età (23 anni ad Ottobre). Se aggiungiamo anche il probabilissimo turnover, soprattutto adesso che il TAS di Losanna ha provveduto a lasciar fuori il Milan dall’Europa League proprio a vantaggio del Torino, allora ecco che dobbiamo comunque fare qualche considerazione prima di lanciarci a capofitto sul giovane nigeriano di Southwark.
Se cercate un esterno che ara la fascia cercate uno spagnolo dal nome che di spagnolo ha ben poco, Pol Mikel Lirola Kosok, meglio conosciuto come Pol Lirola, punto fermo per ben tre stagioni della zona laterale destra del Sassuolo, e dunque già alquanto rodato e con buona esperienza, nonostante la carta d’identità indichi che il ragazzo compirà appena 22 anni a breve. Pol Lirola ha vissuto il classico esordio da predestinato nell’estate del 2016, quando la Juventus (che lo rileva dall’Espanyol, squadra del cuore del padre, e col quale vince il Torneo di Viareggio) lo cede al Sassuolo in prestito biennale, e l’allora 19enne terzino spagnolo fa il suo esordio in gare ufficiali a Belgrado nella gara di Europa League contro la Stella Rossa che finisce 1-1 e qualifica il Sassuolo allora guidato da Eusebio Di Francesco alla fase a gironi. E’ il 15 settembre quando Lirola segna il primo dei tre goal con i quali il Sassuolo schianta l’Athletic Bilbao nella prima gara del girone, ed è anche un goal storico in quanto è il primo goal di un giocatore del Sassuolo in una gara europea, se si esclude la fase preliminare. Una piccola pregustazione di bonus che Lirola mostra di avere nelle corde nella stagione appena conclusa.
I numeri dicono 35 presenze, 2 goal, ben 7 assist, 2 cartellini gialli e purtroppo per lui anche 2 autogoal, per una media voto del 6,01 che al netto di bonus e malus balza ad una fantamedia di 6,30. Le premesse per la stagione successiva sembrano dunque buone, ma molto influirà sulla valutazione fantacalcistica la futura destinazione dell’esterno spagnolo, appena reduce dalla vittoria dell’Europeo Under 21 con la sua Nazionale. Se, come si vocifera insistentemente negli ultimi giorni, finisse alla Fiorentina, alla corte di Vincenzo Montella dovrebbe essere titolare, anche perché è esplicita richiesta dell’allenatore viola un terzino destro di spinta. Per cui resterebbe un giocatore su cui puntare in ottica fantacalcio anche per la prossima stagione.
E’ la favola bella di un ragazzo che prima chiamavano “Batigol” e poi, grazie a Pasquale Padalino che lo ha allenato a Matera, è diventato terzino. E’ la favola bella di Giovanni Di Lorenzo, che all’epoca aveva 22 anni e si cimentava da centrale difensivo dopo aver vissuto un passato da attaccante. Ma Padalino ha l’intuizione, e dice chiaro e tondo al ragazzo toscano della Garfagnana che continuando ad agire in quella posizione avrebbe perso il 70% del suo potenziale. “Ti metto sulla fascia altrimenti ti snaturi” è la soluzione che il tecnico adotta e azzecca. Ed ecco che Di Lorenzo in due anni passa dalla Serie C alla Serie A con vista Napoli e Champions League, passando per Empoli dove fa due stagioni mostruose, la prima culminata con la promozione dalla Serie B alla A, la seconda purtroppo conclusa col percorso inverso per la squadra toscana ma che ha visto un Di Lorenzo assoluto protagonista. Anche in chiave fantacalcio. Ecco i suoi rigogliosi numeri: ben 37 presenze con un minutaggio quasi totale (ha saltato solo la gara d’andata con l’Inter per squalifica), ben 5 reti e 3 assist, 8 cartellini gialli, media voto del 6,03 che lievita ad un ottimo 6,54 di fantamedia se si considerano i (tanti) bonus e i (pochi) malus.
Di Lorenzo si è sempre disimpegnato egregiamente sia da terzino in una difesa a 4 sia da esterno in un 3-5-2. E’ prevedibile che con Ancelotti, che predilige il 4-4-2, torni terzino puro, ed è altrettanto prevedibile che in un contesto come Napoli, fatto anche di molteplici sfide europee oltre che italiane, incorra in un turnover che non lo ha coinvolto con Andreazzoli (per lui un vero maestro) e Iachini. Ma resta a nostro parere un elemento su cui puntare, e non un semplice fuoco di paglia. Lui stesso gioca al fantacalcio e si è pure “comprato”, del resto con la porta avversaria un certo feeling ce l’ha. “Mi chiamavano Bati come Batistuta e segnavo tanti goal”, e ai tempi delle giovanili della Lucchese si narra che venivano organizzati pullman da Castelnuovo di Garfagna per vederlo in azione. La favola bella di un ragazzo normale, diplomato in ragioneria, che pensa al matrimonio con la sua Clarissa e continua a sognare, magari anche l’Europeo 2020 con l’Italia.
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