Essere figlio - e nipote - d'arte non è sicuramente un fardello facile da portare per un giovane calciatore, cresciuto tra i sogni della famiglia. E' il caso di Daniel Maldini, figlio di Paolo e nipote di Cesare. Tutta la trafila delle giovanili nel "suo" Milan fino all'esordio in prima squadra a soli 18 anni nel 2020. La stagione successiva verrà integrato a pieno titolo tra i grandi, collezionando 5 presenze in Serie A e l'esordio storico in Champios League (4 gare totali).
Maldini jr fatica però ad imporsi nelle gerarchie di Stefano Pioli, nonostante la concorrenza non sia delle più blasonate. La stagione successiva resta aggregato in prima squadra, il minutaggio aumenta di poco. 8 gare di campionato con una rete - decisiva per la vittoria contro lo Spezia - e conclude l'annata con altre 4 gare di UCL e uno scudetto vinto con i rossoneri. In estate però alla soglia dei 21 anni la società decide per il prestito e la gavetta. Si accasa allo Spezia, neopromosso in Serie A.
Eclettico trequartista, Maldini può occupare tutti i ruoli del reparto offensivo e può essere anche adattato da mezzala. Allo Spezia con Gotti in panchina svaria sul fronte d'attacco, ma i goal non arrivano. A fine campionato saranno 18 le apparizioni in bianconero, con solamente due marcature, entrambe siglate alle milanesi Inter e Milan. In estate torna alla base e a luglio la società rossonera lo gira nuovamente in prestito, stavolta all'Empoli. Il feeling con la compagine toscana non è idilliaco fin da subito. 7 presenze, la maggior parte da subentrato, per Maldini n maglia azzurra con Andreazzoli.
Adesso il nuovo prestito al Monza, che dopo l'infortunio di Caprari e la squalifica di Gomez ha bisogno di rimpolpare l'attacco. Sicuramente la compagine brianzola ha dimostrato di avere una marcia in più tra le "provinciali". Per Maldini potrebbe essere l'ambiente giusto per provare a imporsi finalmente da titolare in massima serie e dimostrare di poter meritare la maglia del Milan.
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