Rigoni (Genoa): titolarissimo e uno dei migliori in campo nel corso della scorsa stagione, Luca Rigoni in questo avvio di campionato era finito ai margini del progetto tecnico di Ivan Juric. La frattura tra il mister rossoblù e l’ex centrocampista del Palermo sembrava insanabile. Poi, la convocazione a sorpresa contro il Chievo Verona (Rigoni non veniva chiamato in causa dalla gara contro la Juventus della seconda giornata) e l’ingresso in campo del numero 30 al minuto 71. Durante la sosta si è rivisto in grande spolvero (doppietta in amichevole col Sion), provato a intermedio. Possibile quindi il suo reintegro, nel nuovo 3-4-2-1 di Juric.
Vitor Hugo (Fiorentina): il brasiliano arrivato per fare il titolare nella Fiorentina ma messo da parte prima da Pioli e poi da Pezzella (voluto proprio per sostituire il brasiliano). Ora spera in un ripensamento di Pioli e che in queste due settimane il tecnico della Fiorentina possa aver pensato una squadra con la difesa a tre che gli darebbe certamente l’occasione di giocare da titolare. Pioli, però, ha sempre fatto della linea a quattro un suo punto fermo, 8 milioni per un panchinaro iniziano a diventare pesanti da spiegare.
Bernardeschi (Juventus): è vero che Allegri ha tre opzioni per ogni ruolo ma l’ex viola si aspettava più spazio in questo inizio di stagione. Trequartista moderno, il calciatore ex Fiorentina può giocare al centro o su entrambe le fasce, darebbe un’alternativa in più sui calci piazzati (anche se alla Juve con Pjanic e Dybala gli specialisti non mancano), ma deve migliorare in fase difensiva. Una sfida che certamente Allegri è pronto ad accettare. E intanto a Bergamo è arrivata la prima rete in bianconero…
Bonaventura (Milan): la stagione del milanista sta prendendo una piega inaspettata, ma in negativo. L’azzurro tornava da un infortunio grave, che l’ha tenuto fuori dai campi di gioco per parecchi mesi, ma in teoria aveva il posto in squadra garantito. Sia nel 4-3-3 che nella novità 3-5-2 sembrava mancare la mezzala, che potesse accompagnare Biglia e Kessie nei compiti di gestione della mediana. Il derby è l’occasione del rilancio per tornare leader insostituibile.
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Peluso (Sassuolo): nella trasferta di Bergamo, Bucchi ha schierato un inedito 3-5-2, non chiamando in causa Peluso né come difensore nel terzetto e nè come fluidificante di fascia. Da quel momento l’ex Juve, dopo essere stato a lungo sul mercato, ha perso il posto a vantaggio del giovane Adjapong. Dipenderà dalla permanenza o meno di Bucchi per capirne la sua ripresa a livello fantacalcistico.
Pazzini (Verona): a Verona, tiene banco il caso legato allo scarso minutaggio concesso da Fabio Pecchia al bomber di Pescia. L’ex bomber doriano è stato protagonista e leader della squadra nella stagione della promozione. Ha trascinato il Verona sul piano tecnico e morale. Oggi è spesso messo in discussione nel progetto tattico del 4-3-3, solo un gol su rigore col Napoli e un rapporto col mister che assomiglia più a una tregua armata.
Scuffet (Udinese): oggi in molti tra tifosi friulani e non solo si pongono delle domande sul momento attraversato da Simone Scuffet e in particolare riguardo alla scelta di escluderlo dalla formazione titolare da parte di mister Delneri. La scelta societaria di girare Meret in prestito e di optare per un portiere di grande esperienza come Bizzarri per il ruolo di secondo , lasciava davvero presagire che stavolta per il buon Simone non ci fossero più ostacoli per dimostrare tutto il suo talento con la maglia della squadra della sua regione e del suo cuore ma ora le cose sembrano essere cambiate.
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