Anche il Mondiale 2018 è ormai giunto al termine, e con esso la nostra agonia, partita dopo partita, fantasticando sulle nostre ipotetiche possibilità di piazzamento in questo Mondiale così bizzarro. Difatti (gufata dopo gufata) le big sono praticamente cadute tutte anzitempo. La Germania campione uscente ha rimediato la più indecorosa figura, uscendo in un girone di qualificazione alla sua portata.
L’Argentina del criticatissimo Sampaoli, dopo essersi qualificata in extremis per una serie di risultati favorevoli e dopo prestazioni horror, ha ceduto ad una cinica e spietata Francia agli ottavi. La Spagna si è sciolta sotto il difensivismo di una modesta Russia, che non è caduta nel tranello dell’ormai obsoleto “tiki taka” ed ha portato la sfida alla lotteria dei rigori. Il Brasile, dato per favorito, è scivolato sotto la freschezza e la tecnica degli eterni incompiuti belgi, anche loro eliminati dalla forte Francia.
Per noi amanti del fantacalcio, la finale sarà l’occasione per ammirare un buon numero di nostri pupilli del presente e del passato della nostra amata Serie A.
La Croazia, in particolar modo, vede ben 6 giocatori che militano attualmente nel nostro campionato.
Il terzino Ivan Strinic ha iniziato il cammino in serie A in sordina, arrivando al Napoli dal Dnipro, club ucraino che negli ultimi anni si è fatto conoscere in Europa League. Al Napoli colleziona solo 39 presenze in due anni e mezzo, e di queste solo 26 in serie A! La società partenopea decide di lasciarlo andare, la Sampdoria lo accoglie e nonostante una discreta stagione, se lo lascia sfuggire facendo scadere il contratto: il biondo trentenne di recente ha firmato per il Milan a parametro zero. Questo Mondiale però lascia parecchi rimpianti a Samp e Napoli: titolare fisso nella Croazia, ottime giocate e recuperi difensivi, pare proprio che il Milan abbia fatto l’affare.
A centrocampo i due interisti Brozovic e Perisic. Il primo, davanti alla difesa, è stato una cerniera importante tra difesa e attacco, visione di gioco, giocate sempre intelligenti, e una costanza di rendimento che oseremmo dire “non è da lui”. La crescita di “Epic” sotto l’aspetto mentale e tattico può rivelarsi uno dei migliori acquisti dell’Inter 2018-2019. La certezza di questa Croazia è però Ivan Perisic, che ha iniziato questo Mondiale in sordina, con prestazioni anonime e da sufficienza in pagella, nulla più. Devastante contro l’Inghilterra, assist e gol per trascinare la nazionale dei Balcani ad un passo dalla storia, già conquistata comunque con l’accesso in finale (prima volta nella storia di questo giovane paese).
Altro giocatore che milita nel nostro campionato, che in questo Mondiale ha collezionato anche un gol, è Milan Badelj, attualmente svincolato in cerca di squadra: le ottime stagioni alla Fiorentina sicuramente sono un buon curriculum per questo intelligente e duttile centrocampista centrale.
In avanti abbiamo il simbolo di questa Croazia, il trascinatore, l’anima della squadra, Mario Mandzukic.
Lo juventino corre, si sbatte, rincorre gli avversari, e messo più centralmente vicino alla porta segna anche: un giocatore su cui Allegri fa sempre affidamento, spesso sottovalutato, e questo spirito di sacrificio lo rende indispensabile per la Croazia, e amato dal pubblico juventino.
Altro “italiano” è Marko Pjaca, giovane talentino di proprietà della Juve: sfortunato nel suo primo anno a Torino solo 12 presenze e poi il crack al ginocchio proprio durante una partita a marzo in nazionale. A gennaio dell’anno successivo, viene girato in prestito allo Schalke 04, dove in 7 presenze sigla ben 2 gol. Ora tornerà a casa base: il ragazzo ha talento, la sfortuna sembra alle spalle, ma la Juve, dopo poi gli ultimi acquisti altisonanti, sembra lontana almeno un altro anno. Dovrebbe andare ancora in prestito alla Fiorentina, al Mondiale sfortunatamente non ha praticamente giocato, chissà che proprio in finale non estragga il coniglio dal cilindro?
Chi sicuramente non avrà questa possibilità è Nikola Kalinic, giocatore di Fiorentina prima e Milan poi, proveniva da un annus horribilis: al Milan ha sofferto la deludente stagione della squadra e l’alternanza con il giovane Cutrone e Andrè Silva, non essendo mai decisivo e costante nelle 31 presenze collezionate, siglando solo 6 gol. Durante la prima partita del Mondiale, sul risultato di 2-0 dei biancorossi contro la Nigeria, viene chiamato in causa dal CT Dalic. Il rifiuto di entrare in campo da parte dell’attaccante, spinge l’allenatore ad allontanare il giocatore dal ritiro di Russia e ad escluderlo dalla competizione.
Come dimenticare poi il fantasista ex Inter Mateo Kovacic, che dopo due ottime stagioni e mezzo a San Siro, è stato ingaggiato dal Real Madrid. Altre due sfuggenti conoscenze del nostro calcio sono Jedvaj, passato nella Roma da giovanissimo, ma girato subito all’estero al Bayer Leverkusen, non avendo mai avuto spazio, e anche in questo mondiale non ha avuto ancora chance; caso emblematico invece quello di Ante Rebic, esterno offensivo passato alla corte della Fiorentina in sordina e scaricato come “bidone”, è rinato all’Eintracht Francoforte, e ora è valutato 50 milioni ed ha mercato tra le big europee.
I nostri odiati cugini francesi hanno un solo “italiano” tra i componenti della rosa che milita attualmente in squadre italiane: parliamo del forte centrocampista Blaise Matuidi, diventato perno della nazionale oltre che della Juventus, ha sfoggiato una prestazione meglio dell’altra in questa competizione mondiale. Anima, sacrificio, geometrie e talvolta qualche conclusione dalla distanza che ha impensierito più di una volta i portieri avversari.
Altra vecchia conoscenza del calcio italiano è l’allenatore Didier Deschamps, altro ex juventino sia come giocatore che come mister (vi ricorderete sicuramente la sua guida nell’anno della serie B post calciopoli). Altri “italiani” espatriati sono Rami, ex Milan e il polpo Paul Pogba, messo sotto contratto dalla Juventus quando fu “abbandonato” dal Manchester United, che lo ha per così dire riaccolto per circa 100 milioni qualche anno dopo!
Probabilmente neanche dopo aver letto questo articolo avremo smaltito l’arrabbiatura per la mancata qualificazione della nostra nazionale azzurra, ci rimarrà però la consapevolezza di aver portato un po’ di Italia in finale!
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