Destino strano quello di Patrick Schick, oggetto misterioso a Roma, fenomeno altrove. Ebbene sì l’attaccante ceco, classe 96’, venerdì scorso con la propria Nazionale ha deciso il match contro la Bulgaria con una doppietta, partita valida per la qualificazione ai prossimi Europei del 2020 in Portogallo.
Il Patrick visto in Nazionale somiglia molto a quello apprezzato in blucerchiato, quando tutto ciò che toccava si trasformava in oro, con realizzazioni di elevata caratura; Genova è stata la sua prima casa in Italia, Praga la sua casa naturale, in mezzo un buco chiamato Roma, dove evidentemente il giovane diamante ceco non è riuscito ad ambientarsi nonostante i due anni nella Capitale.
Chiuso da Edin Dzeko e da un modulo, il 4-3-3 di Di Francesco che hanno penalizzato non poco il numero 14 che ci ha messo comunque del suo, facendosi trovare non propriamente pronto quando è stato chiamato in causa (solo 3 gol). Prove di 4-4-2 con le due punte dal primo minuto sono state fatte con il traghettatore Ranieri, ma niente…impietose le stats:
Adesso, però, le carte in tavola cambiano. La Roma è in fase di rivoluzione come dimostra anche l’arrivo Paulo Fonseca dallo Shakhtar; il tecnico portoghese ha dominato il campionato ucraino e lo ha fatto utilizzando sempre lo stesso modulo, ossia il 4-2-3-1 e con interpreti molto offensivi e dallo spiccato valore tecnico come Taison, Marlos e Junior Moraes. Non è del tutto improbabile che Fonseca possa ricreare questo terzetto pure a Roma con El Shaarawy, Under e proprio Schick che con la giusta fiducia potrebbe essere il nuovo bomber giallorosso, soprattutto adesso che Dzeko sembra sempre più neroazzurro (il bosniaco è ad un passo dall’Inter).
In attesa dell’ufficialità e delle prime parole di Fonseca da allenatore della Roma, potremo ancora osservare Patrick con la Repubblica Ceca, già stasera l’impegno contro il Montenegro.
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