Nel lunch match inzia subito su ritmi elevati il derby emiliano tra Bologna e Parma. A passare in vantaggio, al 17', sono gli ospiti. Dopo un'azione prolungata la palla arriva a Kulusevski che da posizione defilata, fuori dall'area di rigore, lascia partire un gran tiro che si infila nell'angolo opposto per l'1-0, E solo due minuti dopo il Parma sciupa il raddoppio dopo il doppio scambio Sprocati-Kulusevsi: la conclusione di Sprocati viene deviata in corner. Al 26' il contropiede è invece del Bologna e Orsolini va al tiro in area ma trova prontissimo Sepe che salva miracolosamente in angolo.
Al 39' ancora una grande parata di Sepe sul gran tiro dalla distanza di Dzemaili. Sul successivo corner arriva il gol di Palacio che con una spizzata di nuca pareggia i conti: 1-1. Così si chiude il primo tempo. In apertura di ripresa ottima iniziativa di Kucka che va a colpire di testa un cross dalla destra: palla appena sopra la traversa. Al 62' Kulusevlski ancora protagonista ma stavolta è sfortunato, perché il suo grandissimo sinistro colpisce in pieno il palo. Due minuti dopo ancora un'azione travolgente di Kulusevski che serve un assist a Darmian, ma quest'ultimo scivola e sbaglia il tiro.
Il Parma firma il raddoppio al 71': grande progressione di Iacoponi che imposta l'azione e poi va a ricevere in area l'assist di Kucka e a trafiggere il portiere: 2-1 per il Parma. Quattro i minuti di recupero concessi dall'arbitro Arbisso. Ma ne fa giocare cinque per l'infortunio a Iacoponi che accusa crampi e proprio all'ultimo secondo Dzemaili con uno strepitoso tiro al volo, su sponda aerea del neo entrato Paz segna il 2-2 finale e fa esplodere di gioia il Dall'Ara. Si conferma in forma smagliante Kulusevski, sempre più leader di un attacco spuntato, Iacoponi gioca più alto e ci prova sempre trovando un gol meritato, Sepe sempre efficace. Kucka si impone fisicamente. Nel Bologna il solito imemnso Palacio e un Dragowski che salva da campione nella fase più calda del match, Svanberg non è in giornata e Dzemaili ritrova i colpi che aveva smarrito.
La Roma vince 3-0 contro il Brescia e torna a convincere. Partita non semplice per i giallorossi nel primo tempo, dove si scontra con il muro alzato dalla squadra di Fabio Grosso, attenta a difendere ogni spazio e a fare densità in mezzo al campo. Nel primo tempo è addirittura il Brescia ad avere l’occasione più grande: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, al 43′, Donnarumma svetta tutto solo al centro dell’area ma manda incredibilmente alto.
Nella ripresa arriva la svolta: al 49′ Smalling svetta più in alto di tutti su un calcio d’angolo e trova la deviazione di Cistana che porta in vantaggio la Roma. Da quel momento in poi la Roma si sblocca anche mentalmente: occasioni in successione con Kluivert e Veretout, prima di trovare il raddoppio al 57′ con una grande girata di Mancini sempre su assist del difensore inglese. Non ci vuole molto prima di arrivare al tris: al 63′ il Var annulla un gol a Zaniolo, ma al 66′ ci pensa Dzeko da due passi a chiudere la sfida. Centrali in grande spolvero per Fonseca, grande ripresa pure per Dzeko e Zaniolo. Nel Brescia si salvano solo Romulo e Joronen che limita il passivo con un paio di ottimi interventi.
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La Lazio a Sassuolo fa gioco e sfrutta la sua qualità nel primo tempo. Ed è proprio una verticalizzazione, sulla solita asse Immobile-Correa, a sbloccare il match: l’argentino serve in profondità Ciro che tira e trova il gol con la complicità di Consigli. La gara sembra essere su binari favorevoli alla Lazio, ma un errore di posizionamento rimette in piedi il match a pochi secondi dalla fine del primo tempo, il gol è di Caputo, lasciato colpevolmente solo sul secondo palo dagli sviluppi di un corner.
Il secondo tempo è decisamente meno bello, col Sassuolo che talvolta rinuncia a giocare e preferisce abbassare il baricentro per togliere profondità alle giocate della Lazio. Lazio che però viene premiata dei suoi sforzi, e trova il gol quando quasi non ci sperava più nessuno: è il neo entrato Caicedo a regalare la quinta vittoria consecutiva ed a mandare la Lazio in paradiso, Luis Alberto lo serve e lui con un movimento da centravanti puro batte Consigli in girata. Bene l'attacco per i capitolini, continua a non brillare la stella di Milinkovic, sempre più talento incostante. Per i neroverdi Caputo si conferma letale sotto rete, Boga meno esplosivo, Marlon contiene bene Immobile e soci.
Gara bloccata tra Verona e Fiorentina nella fasi inziiali, poi l'incredibile occasione per Di Carmine al 23′: da un tiro respinto di Pessina nasce un assist per l’attaccante che solo davanti al portiere in semi rovesciata calcia alto e molle. L’Hellas fa la gara ma davanti non gira, e non è una novità. Pessina è il migliore dei suoi: davanti ha visione di gioco, sa inserirsi e calcia. Inoltre fa filtro a centrocampo, assieme all’infaticabile Amrabat. Faraoni, rispetto a Lazovic, è più bloccato all’indietro, a dar manforte a Rrahmani nella zona di Ribery. Al 39′ di nuovo Hellas vicino al vantaggio. Lazovic se ne va a sinistra, Salcedo riceve e devia la palla quel poco che basta per mettere l’accorrente Faraoni davanti a Dragowski che, in uscita, lo ipnotizza e respinge. Nel secondo tempo un'altra occasione d'oro per la banda Juric: dal corner stacca Salcedo che impatta forte, la palla è indirizzata in porta ma Dragowski la respinge sulla linea. L’Hellas passa al 21′. azione splendida in velocità, con Amrabat che con una finta di corpo serve Faraoni. L’esterno serve in mezzo Verre che fa velo per Di Carmine, diagonale sul palo lontano che vale l'1-0. Viola che spingono nel finale ma il muro veronese non crolla e arriva un successo fondamentale che avvicina la linea salvezza per questo Hellas sempre più outsider tra le neopromosse. Montella senza Chiesa, out alla vigilia per problemi muscolari, Vlahovic non si ripete e nemmeno Ribery trova guizzi.
Tre punti importantissimi per la Sampdoria che al Ferraris batte in rimonta l'Udinese per 2-1. Ospiti in vantaggio con Nestorovsky al 29' del primo tempo con l'attaccante macedone che sfrutta uno scontro tra Bertolacci ed Ekdal, prende palla e si invola verso la porta, Audero è battuto con deviazione di Colley. Al 5' minuto di recupero del primo tempo arriva il pari blucerchiato con una perla su punizione di Gabbiadini. Nel secondo tempo Udinese quasi subito in dieci a causa dell'espulsione di Jajalo per doppia ammonizione. Al 30' della ripresa Ramirez segna il gol vittoria su rigore. Opoku commette fallo su Quagliarella, l'arbitro non vede ma dopo il richiamo VAR il rigore è assegnato. Nel finale la Sampdoria controlla il risultato agevolmente e porta a casa tre punti pesantissimi in ottica salvezza. Murru tra i più in forma, male Bertolacci che si fa pure male, Ekdal sempre bravo in impostazione, Quagliarella ha il merito di conquistare il rigore della vittoria. Gabbiadini specialista sui piazzati, nel finale sale in cattedra Ramirez.
Per l'Udinese Nestorovski finalmente si sblocca, Lasagna cala nella ripresa ma è De Paul a non accendersi mai, positivo l'apporto di De Maio in fase di spinta. Jajalo prende un doppio giallo che rovina una gara fondamentale per la classifica.
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