Parte bene la Sampdoria, insistendo più volte dalle parti di Sportiello senza tuttavia creare pericoli reali. Al primo vero affondo invece passa l'Atalanta con Malinovskyi che segna di sinistro piazzando il pallone nel sette, dopo uno scambio in velocità con Muriel ispirato da Palomino. Atalanta al riposo in vantaggio. Al rientro in campo, nessuna sostituzione sui due fronti. La Sampdoria parte bene e sfiora il pari prima con La Gumina e poi con Damsgaard su punizione. Ma i blucerchiati offrono il fianco al contropiede bergamasco e così Gosens ispira il destro al volo di Maehle che piazza lo 0-2, ma la rete viene annullata per un fuorigioco dell'esterno olandese. Quindi Audero compie un prodigio ancora su Gosens. A mezz'ora dalla fine, doppio cambio su entrambi i fronti: nell'Atalanta Pessina e Ilicic rilevano Muriel e Malinovskyi, nel Doria escono Verre e La Gumina ed entrano Keita e Quagliarella. Subito dopo, al posto di Jankto e Damsgaard, entrano Ramirez e Candreva, poi Yoshida rischia l'autogol deviando malamente un tiro di Gosens. Ma proprio Candreva, al 70', su cross di Toloi si perde Gosens che in spaccata raddoppia sul traversone di Maehle. Nel finale Audero, con una parata da campione, nega lo 0-3 a Pessina.
L'Inter domina il Genoa in una partita senza storia, chiusa sul punteggio di 3-0. Nella giornata dove doveva dare un segnale forse decisivo per l'allungo in classifica, la squadra nerazzurra parte a razzo: servono appena 44 secondi a Romelu Lukaku per trovare la rete del vantaggio dopo il fischio d'inizio. Poi è merito di Perin se il punteggio non assume proporzioni più ampie: è infatti il numero uno rossoblù che prova a porre un argine alla valanga nerazzurra, ma nella ripresa deve arrendersi prima al gol di Darmian su assist di Lukaku poi al tap-in vincente dell'appena entrato Alexis Sanchez che corregge in porta una deviazione capolavoro dell'ex Juventus. Non c'è scampo per il Genoa, che esce ancora una volta a mani vuote e senza reti da san Siro. Per l'Inter è la quinta vittoria consecutiva.
A inizio match è il Crotone a farsi preferire, soprattutto quando la palla transita dalle parti di Ounas, vera spina nel fianco dei suoi ex compagni, sempre velenoso nello scatto. Meno brillante Messias, che conferma una fase di appannamento e al quale riescono meno bene quegli strappi che lo hanno celebre. Ma sono i calabresi a produrre i maggiori pericoli, con il brasiliano che lanciato in profondità entra in area ma col sinistro calcia in curva da buona posizione. Qualche minuto prima un cross radente di Rispoli aveva attraversato tutta l’area piccola con Di Carmine in ritardo di un soffio all’appuntamento con il tap in. Il Crotone è in controllo del match, mentre il Cagliari non riesce ad innescare Joao Pedro e Pavoletti, ben domati dal terzetto rossoblù. Ma a complicare i piani di Stroppa ci si mette di mezzo la sfortuna, che in pochi minuti fa fuori dal match Vulic e Molina, azzoppati da interventi piuttosto veementi dei sardi. Fuori entrambi e dentro Zanellato ed Henrique, con due slot di cambi già esauriti in un tempo.
lI promettente avvio di ripresa calabrese è vanificato dal colpo di testa di Pavoletti che sale in cielo e supera Cordaz, un minuto dopo lo stesso attaccante si avventa su una palla vagante respinta dal portiere e rimasta pericolosamente in area, Magallan lo stende e provoca il rigore che Joao Pedro trasforma. E così senza quasi accorgersene i sardi si ritrovano avanti di due reti dopo aver fatto pocohissimo per un tempo, mentre il Crotone conferma le sue solite lacune tecniche, Lykogiannis si fa cacciare per doppio giallo ma il risultato non cambia più.
Sembrava uno 0-0 senza grosse emozioni in novanta minuti di bassa qualità e con tanti errori in tutte le zone del campo tra Udinese e Fiorentina. Ma alla fine si accende De Paul, che innesca Nestorovski per l’improvviso gol del vantaggio. Prima, vera occasione della sfida all’8′: cross di Biraghi, destro di Eysseric e respinta di Stryger Larsen. Al 23′ la migliore occasione del primo tempo, con Stryger Larsen che si presenta solo davanti a Dragowski, che gli chiude lo specchio della porta. Nel finale di primo tempo al 46′ Quarta tira dalla distanza, colpisce la schiena di Walace e la palla finisce sulla parte alta della traversa. Nella ripresa al 19′ Musso è bravo a fermare Vlahovic. Walace va a vuoto, Ribery manda il centravanti verso la porta, ma la strada è sbarrata. Nel finale, a sorpresa quando nessuno se lo aspetta, ecco la fiammata: cross di De Paul e colpo di testa di Nestorovski che mette alle spalle di Dragowski per tre punti di importanza vitale nella zona salvezza.
ll Napoli si aggiudica il derby campano contro il Benevento con un 2-0 senza troppe discussioni. Nel corso del primo tempo gli azzurri hanno controllato il gioco, trovandosi di fronte un Benevento che si è limitato a chiudere gli spazi. Il muro giallorosso è caduto al 34’, quando Mertens ha violato la porta difesa da Montipò sul filo del fuorigioco. Nella ripresa, Inzaghi ha schierato Roberto Insigne al posto di uno Schiattarella non al meglio della condizione. I sanniti hanno provato a essere più offensivi, ma i pochi attacchi sono stati timidi. I padroni di casa hanno chiuso i conti al 21’ con Politano. Da segnalare l’espulsione rimediata da Koulibaly per doppio giallo a dieci minuti dalla fine. Gattuso, almeno per ora, può respirare in classifica.
Primo tempo frizzante tra Roma e Milan con reti annullate per parte. I giallorossi nei primi minuti subiscono le iniziative rossonere, poi iniziano a prendere le misure e a rendersi più pericolosi. Clamorose le occasioni di Pellegrini e Mkhitaryan che spediscono fuori di un nulla, Roma che rischia però più volte su Rebic e Ibra (gol di tacco mangiato da pochissimi metri). I primi 45’ si chiudono con il vantaggio degli ospiti su rigore per fallo di Fazio su Calabria. Anche il secondo tempo è frizzante con occasioni da entrambe le parti, alcune clamorose sui piedi del solito Mkhitaryan e poi il pari che arriva con un gran tiro di Veretout da fuori area. Il francese ha poi subito un’altra chance, ma non riesce a portare in vantaggio i capitolini. Un rinvio sbagliato di Pau Lopez avvia l’azione del gol vittoria di Rebic. Non mancano però le polemiche. La Roma lamenta un presunto calcio di rigore per fallo di Hernandez su Mkhitaryan. Guida lascia correre e il Var, contrariamente al primo caso con i rossoneri, non interviene. Nel finale assedio giallorosso col Milan pericoloso in ripartenza, arrivano i 3 punti per la banda Pioli.
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