Il Milan in questo 2019 ha trovato, escludendo il derby appena perso di misura, una continuità di risultati e ottime prestazioni. Non solo Piatek, autore di 6 gol in 8 presenze in campionato, oltre alla doppietta in Coppa Italia contro il Napoli, ma nella rinascita rossonera c'è anche lo zampino di Lucas Tolentino Coelho de Lima, detto semplicemente Paquetà.
Passato dal Flamengo al Milan per circa 35 milioni, il talento classe 1997 ha subito incantato per personalità e facilità di palleggio, che hanno sopperito ad un ambientamento solitamente difficile e ad una concezione di tattica diversa da quella praticata in Brasile. C'era tanto scetticismo intorno al giovane Lucas, la "traversata dell'Oceano Atlantico" in cerca di fortuna calcistica spesso si tramuta in grandi delusioni e difficoltà.
Invece Paquetà ha subito conquistato ambiente e Mister Gattuso, che lo ha sin da subito schierato titolare, dopo aver visto la voglia e il sacrificio dimostrato negli allenamenti, ed ora è un punto fermo dello scacchiere rossonero. In calo fisiologico ultimamente, ma le statistiche ad oggi sono comunque a suo favore: 9 presenze tutte da titolare, condite da un gol e un assist, per una fantamedia del 6,61.
In Brasile la sua posizione preferita era quella del trequartista, ma purtroppo nel modulo di Ringhio da inizio anno non viene utilizzata quella figura. Questo weekend è arrivato l'esordio col gol nella Nazionale verdeoro con la maglia numero 10: tante opinioni, tanti dibattiti, giornalisti e CT che si interrogano sul da farsi. Paquetà è il prototipo di giocatore che necessita più spazio e più libertà tattica: anche contro l'Inter, ha giocato con il "freno a mano tirato", bloccato e limitato dalle disposizioni tattiche rossonere.
Voci di corridoio insinuano che ci potrebbe essere un cambiamento nell'aria, il 4-3-3 più contenitivo potrebbe diventare un 4-2-3-1 che esalterebbe il talento brasiliano: fanta-occasione in arrivo per coloro che lo hanno arruolato in squadra.
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