Nelle aste fantacalcistiche di inizio stagione Krzysztof Piatek era il classico oggetto misterioso. Non erano bastate neanche le 4 reti segnate al Lecce in Coppa Italia in una calda sera d'agosto per convincere i fantallenatori a puntare forte su di lui. “Smetterà di segnare appena le difese italiane impareranno a conoscerlo – il commento più gettonato – e finirà presto tra le meteore del calcio italiano”. Oggi, a 7 mesi di distanza, il centravanti polacco classe 1995 è a quota 29 gol in stagione ed è in piena corsa per la Scarpa d'Oro insieme a fenomeni come Leo Messi e Mbappè. E promette di non fermarsi più.
Eppure, i segnali della sua capacità di trasformare in oro ogni pallone toccato erano stati chiari fin dalle prime uscite con la maglia del Genoa. Valanghe di gol in amichevole, il poker rifilato al Lecce in Coppa e le sette marcature nelle prime 5 gare giocate in Serie A in carriera avevano permesso a Piatek di conquistare il premio come calciatore del mese AIC di settembre.
Numeri importanti ma non sufficienti a dissipare l'alone di scetticismo che aleggiava su di lui. Nessuno credeva che il polacco avesse le doti tecniche e caratteriali per mantenere a lungo quello stato di grazia.
E invece Piatek, dopo una flessione legata al periodo più difficile della stagione del Genoa, a gennaio (e dopo aver messo insieme la bellezza di 13 gol in Serie A) ha cambiato maglia e con la “pesante” casacca del Milan ha ritrovato l’eccezionalità delle sue performance. Con 5 gol in 4 partite è stato infatti il miglior marcatore in Serie A di febbraio, come lo era stato a settembre. E l'ha fatto con appena 10 tiri totali, di cui 7 nello specchio della porta. Statistiche eccezionali che gli hanno permesso di diventare il primo calciatore della storia del calcio italiano a vincere il premio di giocatore del mese con due maglie diverse e in soli sei mesi.
Dalle parti di Milano, sponda rossonera, era dai tempi di Inzaghi che si attendeva un attaccante con questo fiuto del gol. I vari Fernando Torres, Luiz Adriano, Destro, Lapadula avevano alimentato “la maledizione del numero 9” del Diavolo a suon di prestazioni deludenti e scarsi risultati in zona gol. Poi è arrivato il Pistolero e in poche partite si è preso i cori e l'amore dei tifosi.
Non ha lasciato il segno nel derby, è vero, ma il polacco resta tra i giocatori con i migliori numeri secondo Oddschecker per prendersi il titolo di Re del Gol con Quagliarella e Cristiano Ronaldo, e ha già segnato 8 gol in 10 gare con il Milan (compresa la storica doppietta che ha eliminato il Napoli dalla Coppa Italia). Gli stessi del suo predecessore al centro dell'attacco rossonero, quel Gonzalo Higuain arrivato come salvatore della patria e ceduto al Chelsea dopo soli sei mesi di prestazioni deludenti. Oggi il bottino di Piatek recita così: 19 reti in Serie A (13 col Genoa e 6 col Milan), 8 in Coppa Italia (6 in rossoblu e 2 in rossonero) e 2 marcature con la Nazionale.
Anche con la maglia della sua Polonia, Krzysztof ha deciso che non è ancora il momento di fermarsi. Nelle qualificazioni a Euro 2020 giocate a marzo, il Pistolero è stato infatti decisivo per consentire ai suoi di battere l'Austria e prendersi i primi tre punti del girone.
E l'ha fatto a modo suo. Entrato al 59', ci ha messo appena dieci minuti per ribattere in rete una respinta corta del portiere sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
Si tratta del secondo gol consecutivo in Nazionale per il centravanti del Milan. Piatek, infatti, aveva timbrato il tabellino marcatori anche nell'ultima gara in Nations League, persa dalla Polonia per 2-3 in casa contro il Portogallo. In precedenza, invece, aveva esordito senza segnare in un amichevole contro l'Irlanda. Per lui 2 gol in 3 partite con la maglia del proprio Paese.
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