Dopo un primo tempo grigio tra Torino e Lazio, nel quale gli ospiti non hanno mai calciato verso la porta di Sirigu, nella ripresa la gara si accende.
In due minuti tra il 51′ e il 53′ il Toro segna due reti con Iago Falque e Lukic, indirizzando inevitabilmente la gara a proprio favore. Nel primo gol Aina inventa una rimessa a lunghissa gittata per Iago Falque che si trova liberissimo di battere a rete davanti a Proto, nel secondo caso Meitè sfrutta una difesa alta laziale e Lukic è lesto a scartare Proto e segnare. Gli uomi di Inzaghi regiscono e sfiorano il gol e poi lo trovano con Ciro Immobile che ritorna al sospirato gol in campionato (non ci riusciva da Aprile) raggiungendo il 15esimo centro in Serie A. Gli ospiti cercano il pari, ma è il Torino a segnare ancora. A battere per la terza volta Proto è l’ex di turno Lorenzo De Silvestri. che riprende una respinta del portiere capitolino e con un lob delizioso manda la sfera alle sue spalle. Male Lulic e Romulo che appaiono svagati, anche Radu ha colpe in avvio di ripresa quando il Toro affonda, esordio sufficiente per Bruno Jordao, Immobile ha il merito di sbloccarsi. Nel Toro, che salutava Moretti alla sua ultima in maglia granata, si esalta ancora Lukic in grande crescita, De Silvestri indiavolato, Belotti lotta e Iago Falque chiude con un altro squillo una stagione sfortunata sul piano fisico.
La Sampdoria, alle 18 contro la Juventus al Ferraris, gioca per il capocannoniere della Serie A Quagliarella, che cerca la via del gol in un paio di occasioni in rovesciata. Bianconeri più intraprendenti e vicini al vantaggio due volte con un vivace Bentancur ma la difesa blucerchiata fa buona guardia e non corre troppi pericoli. Nella ripresa prima un gol annullato per fuorigioco a Kean, poi la rovesciata stilisticamente perfetta di Vieira che esce di pochissimo alla destra di Pinsoglio. Nel finale il match si sblocca: il neo entrato Gabbiadini confeziona un pallone preziosissimo per il tiro sporcato di Defrel, che inganna Pinsoglio e si insacca in rete. Prima che inizi il recupero, il capolavoro su punizione di Caprari che chiude i giochi.
La Samp chiude una stagione molto positiva con uno scalpo eccellente, Allegri saluta concedendo la vetrina a molti giovani del vivaio bianconero, lasciando tutti i big o quasi a riposo. Tra i doriani Ramirez poco ispirato, Caprari delizia e Defrel ha fame, gara di sacrificio per Barreto, Colley e Ferrari senza sbavature, ottimo impatto sul match di Gabbiadini. Non brilla Dybala in attacco nella Juve, Emre Can e Chiellini garantiscono la solita fisicità, Kean tra gli ultimi a mollare.
Finisce 2-1 una partita sconsigliata ai deboli di cuore tra Inter e Empoli, con i nerazzurrir che prendono il pallino del gioco ma come al solito fatica a concretizzare in tutto il primo tempo fino a quando Baldé Keita, fresco di ingresso in campo nella ripresa, trova la rete dell’1-0. Mauro Icardi avrebbe l’occasione per chiudere i conti su calcio di rigore ma viene ipnotizzato da Dragowski, conclusione lenta e centrale. Handanovic salva in uscita su Farias un gol fatto ma poco dopo L’Empoli trova il pari con Traorè bravo a capitalizzare la bella giocata di Ucan. Cinque minuti dopo, però, Radja Nainggolan è lesto sulla conclusione di Matias Vecino che centra il palo e trova il gol del definitivo 2-1. Finale con squadre senza schemi, Handanovic salva ancora da grandissimo campione, D'Ambrosio manda sulla traversa per anticipare Traorè, Keita in contropiede si fa murare dall'ottimo Dragowski.
Il finale è da pazza Inter: segna Brozovic, ma è tutto vano per un fallo di Keita su Dragowski che era rimasto fuori dai pali sul corner col senegalese che viene espulso. Alla fine, dopo 8' di recupero è Champions per la banda Spalletti, retrocessione per un Empoli di Andreazzoli da appalusi fino alla fine. Handanovic è da urlo, Vecino e Nainggolan scattano nel momento più difficile, Dalbert alla fine sbaglia tutto, la difesa soffre sempre le imbucate centrali, infine Icardi saluta come peggio non poteva: rigore della sicureazza fallito e fischi assordanti alla sostituzione con Martinez. Farias spreca sul più bello, Traore è tanta roba, Bennacer gestisce sempre bene, Caputo sfortunato, Dragowski alla pari di Handanovic.
Il Milan per un punto fallisce l'appuntamento con la Champions League. Il Diavolo fa il suo, vince contro una SPAL che ha onorato fino all'ultimo secondo la partita. La gara parte subito forte con tre reti realizzare in appena 28 minuti di gara. A segno infatti per il Milan Calhanoglu e Kessié al 18′ e al 23′, mentre al 28′ è arrivata la rete della SPAL con Vicari. Nella ripresa, arriva subito il pareggio della SPAL al minuto 58 con Fares, abile a beffare Reina ancorra di testa. Ma passano pochi minuti ed il Milan torna in vantaggio: fallo in area di Cionek su Piatek e calcio di rigore siglato da Kessié. La partita poi si trascina fino al termine del match con i rossoneri che conquistano il quarto successo di fila, inutile però per la qualificazione in Champions
Kessie trascinatore ma non basta, gara di alto livello anche per Callhanoglu, Romagnoli e Reina salvano il risultato. Nella Spal bene Vicari, il solito arrembante Lazzari e Murgia che è cresciuto di gara in gara, deludono gli atttaccanti.
L’Atalanta soffre un po’ di ansia da prestazione, nonostante Freuler vada vicino al gol dopo pochi minuti contro il Sassuolo. Al primo affondo ospite la palla corre da Lirola a Duncan che, al centro dell’area, invece di tentare di girarsi regala un colpo di tacco che smarca l’accorrente Berardi: 1-0. gara tesa e Dea che ci prova senza portare particolari pericoli. Questo fino al 35’, quando un rimpallo da calcio d’angolo regala la palla del pareggio a Zapata, il Var conferma. Nel finale di tempo occasioni da una parte e dell'altra, nel recupero scoppia un parapiglia e Berardi, ingenuo, si becca un secondo giallo lasciando in dieci i suoi. Nella ripresa la Dea spinge e alla prima vera occasione, così, arriva il 2-1: Ilicic scarica da dentro l'area, Pegolo è bravo ad arrivarci ma non altrettanto a respingerla lateralmente, Gomez anticipa tutti e con lo scavetto firma il raddoppio.
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Al 65' sempre il papu Gomez fa secco due volte il diretto avversario, per poi scodellare verso il centro. Sul secondo palo c'è accostato Pasalic che salta e inzucca, battendo Pegolo. Si fa espellere anche capitan Magnanelli, la festa può iniziare: l'Atalanta entra in Champions dalla porta principale, in una stgaione che molti si ricorderanno a lungo. Gomez capitano a tutto campo, Zapata pasticcione ma letale, Palomino calamitadi testa. Nel Sassuolo Beradi commette una follia inutile, Demiral una roccia, Rogerio tiene botta, Duncan delizioso da rifinitore, male Magnanelli e Djuricic.
La Roma alla fine gioisce insieme al suo pubblico con non pochi affanni. Nel primo tempo vantaggio di Pellegrini, grazie ad un ottimo tiro dal limite dell’area. La ripresa inizia sulla falsa riga del primo tempo, con la Roma protesa in avanti nella ricerca del gol del 2-0, ma puntualmente arriva il gol del pareggio siglato da Gervinho in contropiede pochi istanti dopo l’uscita di De Rossi dal campo. Allo scadere però è Perottic he con un colpo di testa regala la vittoria alla Roma e l’ultimo sorriso al suo capitano De Rossi. Tra i giallorossi promossi Mirante, Kolarov e Juan Jesus, Pellegrini è in serata mentre Dzeko saluta tra i fischi dell'Olimpico. Per Frattali e Dezi un gran bell'esordio in Serie A, Gervinho e Bruno Alves chiudono degnamente la stagione.
0-0 al Franchi tra Fiorentina e Genoa: un pari scialbo che accontenta tutti, vista la contemporanea sconfitta dell’Empoli a Milano. La Fiorentina è salva, ma al Franchi scoppia l’ira dei tifosi viola. Il Genoa sceglie di lasciare costantemente il pallino del gioco in mano alla Fiorentina e ripartire sfruttando la velocità di Kouame. Per gli uomini di Montella, invece,l'unico ad accendersi di tanto in tanto è Federico Chiesa. Partita imbarazzante e poco da salvare per entrambe, intente più a raccogliere notizie da Milano che a provare a dare un senso alla serata. Allla fine le due squadre si salvano ma la sensazione di una stagione tragicomica resta senza dubbio.
Ritmi blandi ad inizio partita tra Cagliari e Udinese, le due squadre sembra non vogliano farsi del male. Primo squillo del Cagliari al 15° con Lykogiannis che impegna Musso con un calcio di punizione di sinistro. Al 17° Ionita si avventa sul pallone dopo un cross di Srna ma non riesce a superare l'estremo difensore friulano. Al 18° il Cagliari passa in vantaggio: Srna scodella col destro, Pisacane con una sponda serve al centro e Pavoletti a due passi dalla porta mette in rete di testa. Al 28° Cagliari ancora pericoloso con Barella che impegna Musso con una conclusione a giro da fuori area. In avvio di ripresa i bianconeri si portano in avanti a più riprese e trovano il gol con Pussetto: l'arbitro annulla per fuorigioco su decisione del VAR. Al 57° Udinese pericolosa con con Ter Avest che da posizione defilata conclude sul palo. Il pareggio friulano arriva al 59° con Hallfredsson che sorprende Cragno con un tiro-cross velenosissimo.
L'Udinese continua a premere sull'acceleratore e trova addirittura il vantaggio al 69° con De Maio che approfitta di una disattenzione della difesa rossoblù e supera Cragno con un colpo di testa su assist di Mandragora. Maran aggiunge peso inserendo Cerri e Birsa e Joao Pedro va vicinissimo al pareggio ma la conclusione del brasiliano termina di poco a lato. Finisce 2-1 per gli uomini di Tudor, bene Pavoletti e Barella per i sardi, Cragno incerto e Joao Pedro a tratti appare indisponente e macchinoso. Hallfredsson fortunato ma sempre sul pezzo, ter Avest carbura nelal ripresa, De Maio si fa perdonare, Mandragora gioca con ordine.
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