Dopo un primo tempo assai equilibrato tra Fiorentina e Udinese, la gara si apre nella ripresa a livello di occasioni. Al 34' l'Udinese va in gol con Nestorovski in mischia, ma l'arbitro annulla (dopo aver consultato il Var) per un evidente fallo di mano di Opoku). Nella ripresa al 53' occasionissima con Chiesa che crossa e Castrovilli e Caceres non arrivano per un soffio alla deviazione vincente. Passa un minuto ed è Chiesa a rubare palla, ma davanti a Musso si fa respingere il tiro dal portiere friulano. All'11 è pericoloso Ribery su punizione: tiro fuori di poco. Al 24' show di Ribery in area: fa fuori due difensori, ma sul cross nessuno interviene. Al 27' il gol: angolo di Pulgar e Milenkovic svetta di testa insaccando. Subito dopo il gol realizzato, i viola rischiano il pareggio immediato: Lasagna si viene a trovare in area e impegna Dragowski in un'ottima parata. Finale con l'Udinese in pressione ma i viola contengono bene con un Caceres sempre pronto, esce Ribery per Ghezzal tra gli applausi scroscianti del Franchi. Terza vittoria di fila per la squadra di Montella che adesso è quinta in classifica.
Male Jajalo che regala il corner del vantaggio viola, Musso tiene a galla i suoi, Opoku in difficoltà e De Paul non si accende, Sema tra i più positivi. Per i viola ottima prova di Castrovilli, Pulgar orchesta e Lirola è ancora troppo timido. Ribery gestisce le ripartenze con la solita maestria, Caceres è insuperabile.
Inizio sprint per la Lazio che comincia a prendere campo e si fa vedere di più dalle parti di Skorupski. Il Bologna però è molto reattivo, e al 21′ passa in vantaggio. Orsolini si beve Lulic e mette dentro. Krejci arriva puntuale sul cross dell’italiano e fa 1-0. I biancocelesti non ci stanno e grazie al solito Immobile trovano subito il pareggio. La sfida si dimostra sempre più divertente visto che al 31′ i padroni di casa tornano avanti. Lo scatenato Svanberg prende il palo. Sulla ribattuta Palacio rischia clamorosamente di sbagliare, ma alla fine batte Strakosha e fa 2-1. Arriviamo al 39′ e siamo sul 2-2. Tanto per cambiare assist di Luis Alberto e rete di Immobile che batte Skorupski sul suo palo. Dopo cinque minuti dall'inizio della ripresaarriva il terzo gol rossoblù con Svanberg direttamente da punizione, ma i biancocelesti vengono salvati dal Var che annulla il tutto per un fuorigioco di Danilo. Al 60' pestone di Lucas Leiva su Svanberg e secondo giallo. Inzaghi corre subito ai ripari con un doppio cambio. Parolo e Bastos al posto di Immobile e Luiz Felipe.
Tutto l’attacco nelle mani del Tucu Correa. Il numero 11 cambia marcia: al 68′ solita sua azione di ripartenza che costringe Medel al fallo da ultimo uomo e squadre in parità numerica. Al 74′ il Bologna torna ad affondare con Krejci sulla sinistra e sul suo cross Orsolini non arriva all’appuntamento con la sfera per un nulla. Dall’altra parte ci pensa Luis Alberto da fuori a mettere paura a Skorupski. All’84’ occasionissima per Correa davanti all’estremo difensore avversario dopo un rimpallo, ma il Tucu spreca facendosi ipnotizzare. Passano due minuti e arriva il calcio di rigore per la Lazio. Grande azione di Jony e Acerbi, con quest’ultimo che subisce fallo da Palacio. Sul dischetto va Correa in cerca del gol per sbloccarsi, ma niente da fare. Traversa e occasione sprecata per lui e la Lazio che impatta. Partita da dimenticare per Luiz Felipe e Leiva, Milinkovic solo a sprazzi, Immobile è bomber vero, Correa rovina una prestazione di assoluta qualità con un rigore inguardabile. Per il Bologna bene Palacio ma il fallo da difensore aggiunto pesa, Svanberg piace, Skoruspki è attento, Medel nel finale soffre e paga dazio.
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La Roma non riesce a superare il Cagliari all'Olimpico. Finisce 1-1 un match brutto, ricco di interventi ai limiti del regolamento e polemiche arbitrali.
I giallorossi pagano i tanti infortuni e l'ingenuità di alcuni suoi giovani giocatori. Come Mancini che, con un tocco di braccio evitabilissimo, concede il rigore ai sardi trasformato da Joao Pedro. Un pizzico di fortuna sorride alla Roma, che pareggia subito con un autogol di Ceppitelli che batte Olsen su traversone di Kluivert. Poi l'ennesimo infortunio stagionale: Diawara esce in barella e in lacrime, con le mani sul ginocchio sinistro. Si teme un lungo stop. Nella ripresa la Roma preme e meriterebbe anche il vantaggio, ma l'ex Olsen è sempre attento. Massa annulla il 2-1 di Kalinic per una spinta su Pisacane che si scontra col suo portiere. Finisce con Fonseca e il suo secondo espulsi tra feroci recriminazioni. Zaniolo si sbatte ma il guizzo vincente non arriva, Mancini ingenuo in tempi di Var, Cristante e Kluivert positivi. Kolarov meno brillante dei suoi standard, Dzeko prova a mettersi la squadra sulla spalle ma è mal servito. Nel Cagliari Pellegrini intimorito, Nainggolan più bravo a rompere che a costruire, sbaglia parecchio Simeone.
La partita, nel nuovo Gewiss Stadium, è già in mano all'Atalanta, salvo qualche sortita del Lecce nei primi minuti. Ilicic e Gomez fanno le prove generali del gol scaldando i guanti di Gabriel. Petriccione pasticcia e dà il via all'azione del vantaggio dei padroni di casa: retropassaggio in area a Lucioni che cerca Rispoli sulla destra. Castagne è ben più sveglio e ruba il pallone all'esterno destro, servendo Duvan Zapata che non sbaglia. Cinque minuti più tardi ancora Zapata spalle alla porta difende palla e aspetta l'inserimento di Gomez prima di servirlo. L'argentino entra in area e infila con un preciso diagonale Gabriel.
Dopo aver innescato il vantaggio, nella ripresa Gosens si costruisce da solo il gol del 3-0. Il tedesco prende palla defilato, poco oltre la metà campo, triangola con Ilicic, sfonda al centro ed entrato in area supera Gabriel col sinistro. Il poker nerazzurro sembra nell'aria ma arriva invece il gol della consolazione del Lecce, a pochi minuti dalla fine con Lucioni, di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione.
Poco male, secondo posto in classifica blindato e delusione Champions in parte cancellata. Buon momento per Gomez a tratti stratosferico, Zapata non sbaglia e Gosens sempre più certezza, Ilicic pericolo costante. Per i salentini Gabriel evita la goeada, combina poco Mancosu, Rossettini e Rispoli lasciano buchi e Falco è tra i pochi salvabili.
Il Napoli controlla la partita nella prima frazione contro il Torino, anche se di occasioni vere e proprie ne crea poche, una col taglio per Fabian Ruiz che davanti a Sirigu riesce solo a sfiorare il pallone e poi il tiro da fuori di Mertens che sfiora l'incrocio. Nell'ultima azione Ansaldi batte al volo su azione di corner e Meret deve distendersi con un grande intervneto per evitare di capitolare. Al 51′ giocata straordinaria di Verdi, che si libera di un paio d’avversari e lancia Belotti a tu per tu con Meret. Il capitano del Torino fa 1-0, ma la rete viene annullata per fuorigioco.Ancelotti mette dentro Callejon e Llorente, fuori Lozano e Insigne A rendersi pericoloso è proprio l’ex Tottenham, che svetta su Nkoulou e di testa sfiora la traversa di Sirigu. Il Torino però è vivo e risponde al 73′ con Ansaldi: il suo tiro viene deviato in corner. Lo 0-0 regge fino al 90′. Finisce così: un pari prezioso per la squadra di Mazzarri, che ritrova certezze difensive, il Napoli mostra un' involuzione generale preoccupante. Lyanco e Laxat promossi, Verdi e Nkoulu in netta crescita, Baselli recupera tanti palloni preziosi. Manolas e Di Lorenzo tra i migliori, deludono totalmente Insigne e Zielinski, anche Lozano appare spesso fuori dal contesto.
Si chiude con un’altra sconfitta per 2-1 la settimana di fuoco dell’Inter di Antonio Conte, che perde imbattibilità e primato in campionato per mano della Juventus, che si impone a San Siro e si riprende la vetta della classifica alla settima giornata. Al 5' Dybala sfrutta il lancio di Pjanic e inventa un diagonale di rara bellezza che Handanovic non vede nemmeno partire, ma la squadra di Sarri viene raggiunta al 18esimo da Lautaro Martinez che realizza un calcio di rigore per fallo di mano di de Ligt.
Poi la traversa di Ronaldo che circumnaviga la difesa nerazzurra e spara dal limite, in un primo tempo in cui regna la tensione e l'Inter, dopo l'uscita di Sensi per infortunio, inizia ad abbassare il baricentro. Nella ripresa la Juve ha il pallino del gioco ma in quei pochi sussulti l'Inter sfiora il gol prendendo un palo con Vecino, poi Higuain trova l'imbucata vincente su assist di Bentancur, e Vecino a pochi passi da Scszeny si fa murare sprecando il 2-2. Nel complesso la Juve merita i 3 punti per il gioco corale mostrato, l'Inter paga una rosa corta e qualche infortunio nei momenti chiave del match (uscirà pure Godin per Bastoni). Male Lukaku, Godin e Asamoah, lontani dagli standard migliori, Barella sgomita e si fa valere, Lautaro non tradisce. Nella Juve il solito sontuoso Ronaldo, Pjanic maestro e Dybala ispiratissimo. de Light non sempre sicuro rispetto a Bonucci, Higuain in queste gare è sempre un fattore.
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