Una brutta Sampdoria esce sconfitta dal Dall'Ara. Nell'anticipo domenicale dell'ora di pranzo il Bologna vince 2-1. Al 3' della ripresa contropiede dei padroni di casa: Soriano serve Palacio che con un colpo chirurgico la mette sul secondo palo e porta avanti i suoi. Ma al 64' gli ospiti agguantano il pari quando Vieira serve Gabbiadini che si accentra e fa partire un tiro a giro sul secondo palo che si spegne in rete. La squadra di MIhajlovic prende campo e inserisce i muscoli di Santander, sfruttando la rapidità di Soriano e Palacio e al 79' passa di nuovo: Bani si inserisce in scivolata da una azione di calcio d'angolo, su sponda aerea di Mbaye, e batte Audero. Finale fatto di duelli fisici e tanti falli a spezzare il gioco, Orsolini di punta prova a beffare Audero che para a terra. Finisce così con i felsinei che avvicinano la zona Europa, doriani ancora tristemente ultimi in classifica.
Palacio leader assoluto con corsa e recuperi, Bani perfetto in difesa, anche Krejci da terzino gioca con ordine, Soriano cresce alla distanza. Bereszynski male in impostazione, Murillo soffre dannatamente, Jankto non si vede molto, davanti Gabbiadini prova a spronare i suoi con una perla di rara bellezza, Quagliarella prosegue nel suo momento negativo.
Parte meglio l'Atalanta contro l'Udinese, costruendo buone trame di gioco fin dai primi minuti. La prima occasione da rete non tarda così ad arrivare, ma al 7' Muriel non riesce a trasformare sotto porta un cross basso di Hateboer dalla destra. Gol sbagliato, gol subito, perché appena quattro minuti più tardi Stefano Okaka sblocca il risultato sfruttando con massima freddezza un erroraccio di Kjaer davanti alla propria aerea. Capitan Gomez chiama Musso a una grande parata con un tiro dal limite dell'area al 16', poi ci pensa Josip Ilicic a firmare l'1-1: palla in profondità di De Roon per lo sloveno, spietato dinanzi alla porta. Gol convalidato dopo lunga consultazione VAR per sospetto fuorigioco. Opoku stende il solito Ilicic davanti a Musso, seconda ammonizione per il difensore bianconero e penalty che Muriel trasforma senza alcuna difficoltà al 35'. Il 3-1 della Dea si concretizza al 42': azione insistita dei nerazzurri nell'area dei friulani, che non riescono a spazzare via il pallone e devono dunque arrendersi alla conclusione risolutrice di un Ilicic straripante.
Inizia la ripresa e Muriel firma subito il 4-1: assist perfetto di Gomez dalla sinistra dopo un'invenzione di Ilicic in profondità e destro del colombiano che non lascia scampo a Musso al 48'. Non c'è più partita al Gewiss Stadium di Bergamo. Stavolta ad andare a segno è Mario Pasalic, che calcia con il destro aprendo il piattone e beffando ancora una volta il portiere argentino su assist di Gomez. Al 75' la banda nerazzurra cala addirittura il 6-1 grazie a un altro calcio di rigore, conquistato e di nuovo trasformato da Muriel, che si porta il pallone a casa. Nel finale arrotonda il baby Traore, da poco entrato , con una pregevole azione personale. Per la Dea attacco straripante dove Gomez è sempre più uomo dell'ultimo passaggio e Muriel perfetto vice Zapata, per l'Udinese Opoku fa iniziare l'incubo, si salva solo Okaka.
Occasione fallita per il Napoli, dopo i pareggi di Juventus e Inter arrivati nella giornata di ieri. Primo tempo con tante emozioni e con due gol tra SPAL e Napoli al Mazza, con gli ospiti in vantaggio dopo nove minuti con Milik e pareggio di Kurtic al 15' su assist di Strefezza. Nella ripresa un palo clamoroso colpito da Fabian Ruiz e, all'81', occasionissima per la squadra di Ancelotti: cross basso all'indietro di Insigne e colpo a botta sicura di Milik con Berisha strepitoso a respingere. Negli ultimi minuti, compresi i sei di recupero, gli azzurri provano a spingere sull'acceleratore senza però essere pericolosi dalle parti di Berisha, se non al 95' con il colpo di testa di Llorente su cross di Milik finito però alto di molto. Male Mertens che oggi non si accende, Zielinski poco attivo e pure Di Lorenzo oggi non è la solita freccia sulla fascia, Milik conferma la sua ripresa in zona gol. Per la Spal ancora una prova di personalità per Strefezza, Kurtic lotta e segna, Vicari mantiene e Petagna trascina nei momenti più difficili.
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Gara tesa tra Torino e Cagliari nel primo tempo. L’unica occasione granata se la costruisce in autonomia Belotti, che al 38′ scippa il pallone a Cappitelli e si invola verso la porta. La sua conclusione però viene respinta da Olsen. Il Cagliari risponde e lo fa bene: Djidji buca l’intervento e al 41′ Nandez batte Sirigu con un destro incrociato che finisce nell’angolo opposto. Finisce così: si va al riposo con il Cagliari avanti 1-0 e l’Olimpico Grande Torino che fischia in modo assordante. A inizio ripresa è il Cagliari ad andare più vicino al gol del raddoppio: prima al 55′, quando Joao Pedro viene steso in area di rigore scatenando le proteste della squadra di Maran, poi sulla botta da fuori di Simeone. Poi arriva il pari granata: sgroppata sulla destra di Belotti e assist per il neo entrato Zaza che batte Olsen da due passi e fa 1-1. Doppia clamorosa opportunità al 75′: prima Belotti, a tu per tu con Olsen, si fa ipnotizzare dall’estremo difensore svedese poi, sulla respinta, Verdi colpisce la traversa a porta completamente sguarnita. Nel finale c’è ancora tempo per una parata di Sirigu che salva l’1-1 finale da una deviazione di un compagno.
Per la fornazione di Mazzarri si salvano Belotti. Nkoulu e Zaza, Djidji ancora bocciato e Sirigu mette più di una pezza, Iago Falque fallisce la prima da titolare della stagione. Nel Cagliari mostra grinta Pellegrini e Nandez si regala un gol bello e pesante, Simeone meglio di un Joao Pedro spento per lunghi tratti.
Il Milan scivola all’Olimpico, battuto (2-1) da una Roma in grande emergenza. I giallorossi vincono meritatamente, legittimando più volte il risultato. Solo un grande Donnarumma evita ai suoi di affondare definitivamente. Dopo il gol nel primo tempo di Dzeko sugli sviluppi di un corner, i rossoneri trovano il pari con Theo Hernandez (il migliore dei suoi anche stasera), ma regalano subito dopo il nuovo vantaggio ai padroni di casa: Zaniolo di sinistro non perdona al 53'. Biglia e Kessie tra i più deludenti, Leao fumoso e Piatek entra ma non cambia registro, Donnarumma portentoso. Dzeko e Zanioli letali, Veretout arcigno, Mancini difende sempre con ordine e Pastore è in serata.
La partita al Franchi tra Fiorentina e Lazio conferma le aspettative della vigilia e risulta essere bella e aperta tra due squadre che non rinunciano mai a giocare a calcio. In 5 minuti, tra il 23′ ed il 28′, la partita cambia: passa in vantaggio la Lazio che orchestra a meraviglia un contropiede, Correa si invola verso Dragowski, su assist di Immobile, lo dribbla e segna a porta vuota. Il Var conferma: tutto regolare e biancocelesti in vantaggio. Pochi minuti dopo è la Fiorentina a salire in cattedra con un’azione bellissima portata avanti da Ribery, il cross del francese trova un Chiesa lasciato colpevolmente solo da Radu al centro dell'area.
Il secondo tempo vede un netto calo in termini di occasioni: Lulic ci prova dalla distanza, poi ci prova Castrovilli, Strakosha e Drakowski dicono di no. Lo scorrere dei minuti sembra portare la gara verso il pareggio, ma nel finale Lukaku, che rivede il campo dopo 9 mesi, si invola sulla fascia bruciando Sottil e pennella al centro dove Immobile piazza un colpo di testa che fa impazzire di gioia Inzaghi in panchina. Pochi minuti dopo l’arbitro Guida assegna un rigore alla Lazio (espulso Ranieri nell'occasione): dal dischetto Immobile lascia la scena a Caicedo. L’ecuadoriano si fa però ipnotizzare da Dragowski. Vince la Lazio che nel complesso ha giocato meglio e creato più volte i presupposti del vantaggio.
Funziona l'attacco Immobile-Correa, con il centravanti napoletano capocannoniere del torneo, Milinkovic delude, Lazzari spinge tanto ma è Lukaku a sorpresa ad avee gli spunti decisivi per la vittoria finale. Tra i viola Ribery esce arrabbiato ma gioca con la solita maestria, Chiesa svaria per tutti i 90', Castrovilli si conferma, Ranieri paga l'inesperienza contro un attacco importante come quello laziale.
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