Per necessità Mister Antonio Conte lo ha dovuto schierare: l'indisponibilità di D'Ambrosio non ancora recuperato pienamente, la squalifica di Candreva e il mistero Asamoah hanno posto le basi all'esordio di Ashley Young, nuovo acquisto del mercato di gennaio dell'Inter. Tanta personalità, corsa, chiusure efficaci, e un calo fisiologico nel secondo tempo; la prestazione è stata impreziosità dall'assist per il gol di Lautaro Martinez. Non male come esordio.
Young, a dispetto del suo cognome, avrà a luglio 35 primavere alle spalle, porta in dote tanta esperienza e affidabilità soprattutto nello spogliatoio. Watford, Aston Villa e Manchester United, dove rimase per ben 8 anni diventandone leader e anche capitano. Dopo 6 mesi caratterizzati da discontinuità di presenze, l'opportunità italiana. Tante perplessità sull'acquisto, tanti dubbi sul rendimento causa età anagrafica, qual è la vera affidabilità fantacalcistica e non del giocatore?
Il giocatore della Nazionale inglese (39 presenze e ben 7 gol) è una pedina molto duttile, nasce come esterno alto, quasi seconda punta, per proseguire in carriera verso un arretramento tattico, diventando uno dei migliori esterni difensivi d'Europa. Nel 3-5-2 di Conte è perfetto per il ruolo di esterno di centrocampo, indifferentemente a destra come a sinistra (fascia prediletta però).
Domenica è stato subito buttato nella mischia dal primo minuto, ma quante partite e quanti bonus ci garantirà? La titolarità non è garantita, anche se, continuando con prestazioni come domenica, può benissimo diventare inamovibile. Gol e assist, soprattutto questi ultimi, sono possibili ogni domenica.
Unici problemi? Adattamento al nostro campionato dopo una carriera in Premier League e l'età anagrafica, non essendo più giovane calcisticamente parlando.
Quotato inizialmente 12 nel listone, già dopo una partita è salito a 13. Consiglio: puntateci, ma occhio ai crediti, non fatevi ingolosire troppo dal nome, per i due motivi sopra citati.
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