Un nuovo ciclo alla Roma si è aperto con l'avvento di Mourinho in panchina, e l'ambiente giallorosso si augura che sia lungo e costellato di successi.
Nonostante l'effetto mediatico positivo e la caratura professionale del personaggio, l'arrivo dello Special One ha fatto tremare e non poco gli estimatori della stella delle due passati stagioni: Henrik Mkhitaryan. Per quale motivo?
Il trentaduenne fantasista armeno incrociò Josè nel suo percorso già 5 anni fa (2016/17) all'epoca del Manchester United. Il tecnico portoghese a suo tempo criticò l'impegno del giocatore e le prestazioni altalenanti di Mkhitaryan, facendo infuriare il giocatore, che ha subito più volte la relegazione in panchina. Le strade si separarono e i dissidi tra i due, nonostante la conquista di un'Europa League realizzando anche uno dei due gol decisivi, si affievolirono ma non si risolsero mai.
C'eravamo tanto amati, il ritorno di Felipe Anderson infiamma il "sarrismo"
E così i primi dubbi sulla permanenza del trequartista all'annuncio del cambio di timone; l'intelligenza e la professionalità dei due però ha prevalso, e Mourinho e Mkhitaryan ora hanno "fatto pace", e ora l'armeno è perfettamente integrato nelle tattiche di Mou.
Reduce da due stagioni da urlo (73 presenze e 24 gol in due anni in tutte le competizioni, fantamedia voto in campionato del 7,95 e dell'8,18), con Mourinho può trovare la consacrazione definitiva come top player nel campionato italiano.
Nell'ipotetica batteria dei trequartisti l'armeno può giocare in tutte le posizioni, e perchè no, fungere anche da falso nueve. La nuova Roma sta nascendo, l'entusiasmo nella capitale sta crescendo sempre più, e Mkhitaryan è definitivamente al centro del progetto.
COMMENTA