Finisce 3-0 per la Juventus la sfida dell’Allianz Stadium tra i bianconeri e la Fiorentina, con la squadra di Sarri che ha la meglio grazie a due gol realizzati da Cristiano Ronaldo entrambi sugli sviluppi di un calcio di rigore, il primo figlio di un tocco di mano di Pezzella, il secondo per un presunto fallo di Ceccherini su Bentancur, apparso poco chiaro anche dopo controllo VAR. Al 91’ ci pensa poi De Ligt a fissare il punteggio sul 3-0 andando a staccare di testa su calcio d’angolo del neo entrato Dybala e battendo Dragowski per il terzo gol bianconero. Primo ko in campionato per Beppe Iachini e per la Fiorentina, che aveva iniziato bene con una doppia occasione (tacco di Chiesa e miracolo di Sczszeny) e bel tiro da fuori di Lirola in avvio di match per poi calare alla distanza perdendo fiducia e pressione sui portatori di palla avversari col passare dei minuti.
Tra i viola in affanno Pezzella, sorpresa Igor all'esordio. Benassi tra i migliori mentre Cutrone è generoso ma poco incisivo. Tra i bianconeri Bentancur imprescindibie, Bonucci sempre abile in chiusura con de Ligt che si toglie pure la soddisfazione del secondo gol stagionale, Alex Sandro e Douglas Costa creano spazio e superiorità costante, Ronaldo svaria di continuo e dal dischetto è glaciale, delude Higuain che è troppo spesso imbavagliato dai centrali viola nel primo tempo.
Ci vogliono tre minuti alla Lazio per sbloccare la sfida contro la Spal: Immobile si stacca sul secondo palo e sfruttando nel migliore dei modi la sponda di testa di Lulic trova il gol n°24. La Spal prova una timida reazione ma la Lazio impartisce i tempi della gara e quando vuole affonda e fa male. E così al 16′ la gara prende già un indirizzo ben preciso grazie alla rete di Felipe Caicedo, arrivata a coronamento di un contropiede magistrale, l’attaccante ecuadoriano mette in porta dopo il palo colpito da un Lazzari in forma smagliante. Poi due gol che chiudono il primo tempo e la partita: prima Immobile con uno scavetto da fuori area a beffare Berisha, poi Caicedo ancora con un mancino sublime all’incrocio dopo un duetto orchestrato con Immobile.
Nel secondo tempo lo spartito tattico resta lo stesso. Lo dimostrano i cambi di Inzaghi che decide di dare spazio a chi non ha trovato molto fin qui: Adekanye, Jony e Vavro. Proprio il primo dei subentranti, Adekanye, segna il gol del 5-0 con un piattone secco sul cross del solito Lazzari. Nel finale Missiroli segna il gol della bandiera con una bella azione personale. Devestante la coppia Caicedo-Immobile, Lazzari è un treno, nella Spal disastro generale dove Reca, Bonifazi e Tomovic annaspano, esordiio da dimenticare per Castro, si salvano Di Francesco e Missiroli
Il Verona strappa un importante pareggio al termine di un match combattuto e avvincente.al San Siro, Passati in vantaggio nel primo tempo con Faraoni i gialloblù hanno, forse, arretrato troppo il baricentro subendo il pareggio del Milan con Cahlanaoglu su una sfortunata deviazione di Verre su punizione dal limite del turco. Nella ripresa Hellas che a tratti domina e colpisce due legni. L’espulsione di Amrabat, ha poi complicato i piani costringendo i gialloblù a rintanarsi sulla difensiva. Nella fase finale la squadra ha sofferto un pò correndo l’unico vero pericolo su una conclusione di Castillejo, terminata sul palo a porta ormai vuota. Theo Hernandez gioca probabilmente la peggiore partita da quando veste il rossonero, Romagnoli salva su Pessina, Calhanoglu ancora salvagente di Pioli, Rebic stavolta non incide. Nel Verona Faraoni moto perpetuo, Kumbulla gestisce con ordine, Lazovic si conferma ottimo incursore, Amrabat rovina una prova importante con un intervento folle e inutile.
ll vantaggio dell’Atalanta arriva al 12’ con Toloi su classico schema da calcio d’angolo, spizzata Zapata di testa e il difensore può spingere facilmente la palla in rete. Passano pochi minuti e il Genoa non si rassegna, pasticcio di Hateboer che, decisamente in ritardo, entra in scivolata in area su Sturaro, un intervento senza senso che permette al Genoa di pareggiare su rigore di Criscito al 19’ Per fortuna della Dea ci pensa Ilicic due minuti dopo a pareggiare, ottimo smarcamento in area e servizio delizioso di Zapata. Prima del fischio ancora due occasioni una da una parte e una dall’altra. l ritmo si abbassa e il gioco si fa più confuso e nervoso nella ripresa, esce Zapata, un po’ perplesso per la scelta del mister, e entra Malinovskyi. Entra anche Muriel al posto di uno stanco Ilicic. Ma negli ultimi 15 minuti compresi i sei di recupero il risultato non cambia e Gasperini registra un'altra frenata casalinga inattesa in zona Champions, dopo quella con la Spal.
Se per Ilicic e Zapata arrivano conferme importanti in attacco, oggi delude Hateboer e nemmeno Pasalic cambia passo. Perin versione super, Behrami sbagli egala molti palloni, Schone sta tornando ai suoi livelli, Criscito dimentica il mercato e offre una prova in chiaroscuro, Sanabria aggredisce gli spazi come poche altre volte era riuscito a fare.
Il Lecce parte bene e alla prima opportunità colpisce con Deiola che sugli sviluppi di un calcio d’angolo realizza la sua prima marcatura in Serie A spedendo il pallone alle spalle di Sirigu. Il Torino è semplicemente frastornato e capitola per la seconda volta con la conclusione di Barak sugli sviluppi di un’azione offensiva rifinita da Majer. Alla mezzora i giallorossi vanno vicini alla terza rete, Lapadula però viene fermato però da un prodigioso intervento di Sirigu che salva i granata che sul capovolgimento di fronte si fanno vedere dalle parti di Vigorito con un destro velenoso di Berenguer. Nella ripresa il primo sussulto arriva al 52’ quando Lapadula ci prova dal limite dell’area di rigore con un sinistro senza pretese che non impegna Sirigu. Al 64’ Falco da venti metri si inventa una traiettoria con il destro che si spegne sotto l’incrocio, firmando il 3-0 che per i granata sa di resa definitiva. Ad un quarto d’ora dalla fine prima Shakhov si guadagna un calcio di rigore che Lapadula realizza spiazzando Sirigu siglando il 4-0 finale.
Tra i salentini brillano particolarmente i nuovi acquisti Barak e Saponara, bene la line difensiva in blocco e Falco è ispiratissimo quando trova spazi Nel Toro la difesa è da censura ancora una volta, Verdi esce per infortunio e solo Berenguer prova a fare qualcosa, Belotti non la vede praticamente mai.
Sembra partire meglio l’Inter, che calcia verso la porta di Musso prima con Esposito quindi con Eriksen, ma l’Udinese crea densità in mezzo al campo e chiude ogni varco, cercando di ripartire appena possibile. De Paul scalda le mani a Padelli, in campo al posto dell’altro ex di giornata, Handanovic, in panchina per un problema alla mano, quindi è Fofana a far gridare al gol calciando sull’esterno della rete. Dopo la bella percussione di Sema, Young ribatte la conclusione a botta sicura di Larsen.
Nella ripresa si assiste a un canovaccio tattico simile a quello del primo tempo, quindi Conte toglie l’evanescente Eriksen per Brozovic e l’acerbo Esposito per Sanchez. Al 19′ l’Inter passa: Brozovic serve Barella, che alza la palla in area per Lukaku: il tiro del belga passa sotto le gambe di Nuytinck e supera un non ineccepibile Musso. I nerazzurri adesso spingono: miracolo di Musso su Sanchez, che pochi minuti dopo si presenta solo davanti al portiere bianconero, che lo stende: giallo e rigore trasformato con freddezza da Lukaku. Nel finale Lasagna sfiora due volte il gol, uno su errore in disimpegno di Skriniar ma Padelli mantiene la porta imbattuta anche nei 3' di recupero.
Per i nerazzurri la svolta arriva dagli ingressi di Brozovic e Sanchez, male Eriksen e Esposito dal 1', mai in partita, Padelli non sfigura e Young chiude bene, al pari degli ottimi De Vrij e Bastoni. Barella cresce nella parte finale, bene Okaka e Sema per i friulani, quest'ultimo fa impazzire uno spaesato Moses per lunghi tratti, Musso e Nuytinck commettono leggerezze decisive sul risultato finale.
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