ll Genoa parte con un pressing alto che mette in difficoltà il Milan che però che alla prima vera occasione passa. E' il 14' quando una punizione di Hernandez si stampa sulla barriera, la palla arriva a Rebic che di sinistro dal limite dell'area fa partire una conclusione che supera Perin. Cinque minuti dopo il portiere rossoblù è bravo a evitare il 2-0 respingendo su Leao.. Al 29' si vede Donnarumma che para su Destro. Ma il Genoa è vivo e arriva al pareggio, a segnare contro il Milan è sempre l''ex di turno Mattia Destro: angolo di Zajc e l'attaccante rossoblù svetta su Tomori e batte Donnarumma. Il primo tempo si conclude così. Nella ripresa è subito il Milan ad avere l'occasione d'oro con Rebic che spara alto da ottima posizione, sospiro di sollievo per Perin. Pochi minuti ed è Chalanoglu ad avere una mira sbagliata con la sua conclusione che finisce alta. Destro e Ghiglione lasciano il posto a Pjaca e Biraschi. Milan a un passo dal gol con Kjaer. Mandzukic e Diaz in campo al posto di Leao e Saelemaekers. I rossoblù ingabbiano i padroni di casa che però ritrovano il vantaggio in modo fortunoso. Dagli sviluppi di un clacio d'angolo carabola in area e la palla finisce sulla schiena di Scamacca e si infila in rete. Shomurodov e Pandev in campo per Scamacca e Cassata. Nel finale Genoa a un passo dal pari con una doppia occasione per Bherami e Masiello che si sono visti i tiri fermati sulla linea dopo una presa mancata in uscita di Donnarumma. Il Diavolo vince in casa dopo due mesi di astinenza e rinsalda il secondo posto in zona Champions.
Primo tempo frizzante tra Lazio e Benevento all'Olimpico. Il risultato si sblocca al 10′ con un autogol di Depaoli. Immobile firma il raddoppio al 20′. Correa cala il tris dal dischetto al 37′. Poi Sau accorcia le distanze al 45′. Nella ripresa di nuovo l’argentino va in gol (con la complicità di Montipò) e cala il poker per la Lazio, subito dopo rigore per il Benevento messo a segno da Viola. Sbaglia un rigore Immobile al 55'. A pochi minuti dal termine Glik insacca il pallone e accorcia ancora le distanze. Ciro Immobile all’ultimo secondo chiude la partita con il gol del 5-3 definitivo in contropiede, tre punti pesanti in ottica Champions ma soffertissimi per i biancocelesti contro un Benevento mai domo che paga i troppi errori individuali.
Quella del Gewiss Stadium tra Atalanta e Juventus è stata una partita equilibrata e divertente sin dai primi secondi di gioco, con gli uomini di Pirlo che hanno provato a non far girare la Dea mettendola sul ritmo. Ma l’Atalanta, da grande squadra, ha saputo aspettare. Si è difesa con ordine, ha saputo anche soffrire quando c’era da soffrire e ha poi colpito quando ha avuto l’occasione giusta. A decidere tutto è stato un sinistro di Malinovskyi deviato in modo decisivo da Alex Sandro, che ha spiazzato Szczesny al minuto 87′, quando la partita sembrava incanalata sullo 0-0. Prima di occasioni veramente clamorosa non ve se n’erano viste così tante: una punizione dello stesso Malinovskyi pochi secondi prima della rete decisiva, un colpo di testa di Zapata al 70′ che ha spaventato la difesa bianconera, un destro a giro di Muriel terminato alto di poco in avvio di ripresa Orfana di Ronaldo infortunato , la Juventus si è affidata agli spunti del solito Cuadrado e di Chiesa (uscito per un problema muscolare alla metà del secondo tempo) e alla chance di Morata, salvata sulla linea da Dijmsiti, dopo un'uscita avventata di Gollini in piena area nella prima frazione.
Torna a vincere il Bologna, e lo fa schiacciando per 4 a 1, tra le mura amiche, lo Spezia. A decidere, sotto gli occhi di Joey Saputo sono le reti di Orsolini (su rigore) e di Barrow, con la doppietta di Svanberg che ha reso più dolce il pomeriggio a Mihajlovic. Per i liguri il 2-1 momentaneo a firma di Ismajli.
Quella dell’Olimpico Grande Torino è stata una partita emozionante, resa probabilmente ancor più vibrante da quel vantaggio immediato della Roma che ha costretto i padroni di casa ad un lungo inseguimento. Già al 3’ infattii giallorissi sono passati in vantaggio con l’ormai solito Borja Mayoral che, servito da Pedro con un tocco di tacco, è scattato sul filo del fuorigioco e una volta entrato in area di rigore è stato freddo nel battere Milinkovic-Savic. Nella ripresa la Roma sembra scendere in campo con un piglio più aggressivo, tanto che riesce fin da subito ad alzare il proprio baricentro, ma al 57’ sono i granata a trovare la via del goal: cross perfetto di Ansaldi dalla sinistra, Sanabria si infila tra Cristante e Ibanez e di testa non lascia scampo a Mirante. Rinvigorito dal pareggio, il Torino torna a spingere con maggiore costanza e, dopo un’altra occasione capitata sui piedi di Sanabria, al 72’ completa la sua rimonta trovanto il goal del sorpasso: palla illuminante di Mandragora a favorire la corsa di Belotti, il tiro del capitano del Torino viene respinto da Mirante, ma la sfera torna dalle parti di Zaza che non deve far altro che spingere in rete. Fonseca prova a ridisegnare la sua Roma inserendo Karsdorp per Reynolds e Dzeko per Borja Mayoral, ma i cambi non danno i frutti sperati. A chiudere invece definitivamente la pratica in pieno recupero è il Torino che cala il tris con Rincon e inizia a vedere la linea salvezza-
Dopo undici vittorie consecutive, per l'Inter arriva un piccolo rallentamento nella corsa verso la conquista del titolo. La formazione di Antonio Conte tira un po' il freno a mano accontentandosi di un pareggio al Maradona-San Paolo di Napoli. Finisce 1-1 una gara che vive di tante fasi. Un'Inter che nel primo tempo è sfortunato con due pali colpiti e di una sciagurata autorete frutto di uno scontro fortuito tra Handanovic e de Vrij che costa palla persa e vantaggio partenopeo. I nerazzurri però rimettono presto la gara in carreggiata col gol del pari firmato da una grande conclusione dalla distanza di Christian Eriksen e dopo il gol si fanno decisamente preferire. Nel finale più Napoli, con tanto di traversa centrata da Politano, ma anche grandissima occasione sprecata da Hakimi nel recupero. Un pari che nel complesso non altera le ambizioni di classifica di entrambe.
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