ll Brescia inizia col piglio giusto e va in vantaggio con Balotelli: Luiz Felipe è in ritardo nella marcatura e l’ex Milan beffa Strakosha con un tocco morbido. Un episodio rimette la gara in gioco a fine primo tempo: Cistana (espulso) atterra Caicedo solo in area di rigore e l’arbitro fischia il rigore: Immobile spiazza Joronen e fa 1-1. Nella seconda parte di gara la Lazio non approfitta della superiorità numerica e crea pochissimi pericoIi ai padroni di casa. I cambi di Inzaghi non danno la svolta: André Anderson e Cataldi entrano male in partita commettendo una serie di falli ingenui.
Ancora una volta nel recupero la svolta per la banda Inzaghi: l'azione parte dal mancino di Acerbi che scodella in area ed imbecca Caicedo, l’ecuadoriano appoggia per Immobile che in scivolata manda la sfera alle spalle di Joronen. Un gol che vale la nona vottoria di fila e che avvicina Juve e Inter in maniera prepotente, verso un sogno scudetto che non è più solo utopia. Male Correa da interno, Luiz Felipe non è in giornata, Caicedo si dimostra utile col rigore conquistato e la sponda per il 2-1, Immobile si vede poco ma da grande bomber (19 centri su 17 gare) colpisce quando serve. Tonali è un gladiatore, Balotelli suona la carica da leader, Bisoli e Romulo contengono con astuzia, Cistana è ingenuo e rovina un pomeriggio che poteva avere tutta un'altra storia per il Brescia.
Importantissimo successo in chiave salvezza per l'Hellas Verona, che in casa della SPAL fa praticamente quello che vuole per novanta minuti e, complice la superiorità numerica di quasi un'ora (rosso diretto a Tomovic), porta a casa facilmente tre punti d'oro nella corsa salvezza. Gli ospiti vanno ripetutamente vicini al vantaggio con Faraoni, Zaccagni e soprattutto Rrahmani, sul quale è bravissimo Berisha, lesto a deviare sul fondo il diagonale dell'avversario. Al quarto affondo, ecco il gol: Lazovic non segue il copione ma si accentra e serve in area Pazzini che, dimenticato da Igor, insacca alle spalle di Berisha comodamente di testa.
La SPAL prova a scuotersi e a metà frazione si fa finalmente vedere dalle parti di Silvestri: torre di Cionek da calcio d'angolo che libera al tiro Paloschi sul secondo palo, ma l'ex Chievo spedisce a lato. La gara si fa ancor più difficile per gli estensi sul finire del primo tempo: rosso diretto a Tomovic, autore di una bruttissima entrata a metàcampo su Faraoni. Nella ripresa veronesi in totale controllo e Il solito Berisha è l'unico baluardo, contro i tentativi di Pazzini, di una difesa che fa acqua da tutte le parti: Juric fa riassaporare il campo a Badu e inserisce Stepinski per Pazzini negli ultimi venti minuti. È proprio il polacco ex Chievo a chiudere il discorso tre punti con un sinistro a incrociare, dopo azione personale di Lazovic, su cui Berisha aveva respinto in maniera non impeccabile. Tra i veneti Faraoni e Pazzini tra imigliori in campo, bene anche tutta la linea centrale e lo scatenatissimo Lazovic, a tratti inarrestabile. Petagna ha poche chance e non le sfrutta e forse è già con la testa altrove, anche l'altro uomo mercato Kurtic è impalpabile. Igor male in difesa ma Tomovic è quello con più colpe con un intervento killer sconsiderato, Strefezza prova a scuotere i suoi nel finale.
Nicola inizia nel miglior modo possibile la sua avventura nel Genoa: Il gol del vantaggio dei suoi, arrivato poco prima della mezz’ora su calcio di rigore, lo segna capitan Criscito, freddo nel realizzare l'ennesimo rigore in carriera. Passano solo 4 minuti e il Sassuolo trova il gol del meritato pareggio: Locatelli sfrutta al meglio un pallone ricevuto dalla destra da Toljan e lo gira al limite per Obiang che segna sfruttando una deviazione decisiva.
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Nella ripresa i ritmi si abbassano e il Sassuolo sembra passare con il neo entrato Djuricic che con un piatto mancino penetra in area e segna ma Irrati, con l'ausilio del VAR, ravvisa un tocco col braccio dopo una respinta ravvicinata di Criscito mandando su tutte el furie De Zerbi. A 4’ dalla fine, Pandev realizza un gollonzo grazie a un rimpallo con Consigli in uscita. Genoa che ringrazia la buona sorte e torna ai 3 punti, Sassuolo bello ma penalizzato dalle decisioni arbitrali. Bene Criscito che è glaciale contro il para-rigori Consigli e salva tante situazioni, Sturaro ci mette grinta, Pandev è una spina nel fianco, sempre puntuale Romero, Perin rientra alla base con ottimi interventi. Per i neroverdi sale in cattedra Consigli, Obiang e Locatelli pimpanti, deludono Boga e Caputo che non costruiscono mai vere occasioni da gol.
La Roma va subito vicina al vantaggio contro il Torino: al 3′ Zaniolo ci prova da fuori, trovando la deviazione di Djidji. La palla prende un giro insidioso e Sirigu è costretto a compiere un intervento importante per respingere la carambola che sarebbe finita in porta. Il Torino però è vivo e risponde con altrettanta pericolosità all’8′: Belotti si incunea con prepotenza nell’area di rigore giallorossa e lascia partire un destro che finisce sul palo. Decisivo l’intervento di Pau Lopez, che tiene in piedi la squadra di Fonseca con una super-parata. Primo tempo frizzante all’Olimpico, con la Roma che prova ad imporre il proprio gioco ed il Torino che si difende con ordine e riparte in contropiede. Chance colossale per Pellegrini al 43': conclusione da posizione ravvicinata, sulla quale Sirigu risponde ancora una volta presente. A tempo scaduto però è il Torino a passare in vantaggio: palla scodellata da Rincon per Belotti, che aggancia in area a fulmina Lopez con un sinistro che finisce sotto l’incrocio dei pali.
A inizio ripresa il Toro va vicinissimo al 0-2, ancora una volta con Belotti che rinnova il duello personale con Pau Lopez e colpisce la traversa. La Roma risponde al 59′: Sirigu fa buona guardia e devia in angolo la conclusione di Perotti. Dieci minuti più tardi è Mancini ad andare a un centimetro dal gol, fallendo in maniera clamorosa un tap-in a due passi dalla porta del Torino. Al 76' plateale fallo di mano al limite di Izzo ma per l'arbitro Di Bello non ci sono gli estremi per il secondo giallo. Mkhitaryan e Kolarov sfiorano il pari ma nel finale ancora VAR grande protagonista, con Di Bello che viene richiamato al monitor a bordo campo dopo un tocco di mano di Smalling. E' rigore: dal dischetto Belotti spiazza Pau Lopez e sbanca l'Olimpico dopo 12 anni.
Nella Roma spiccano Pellegrini e Diawara, Dzeko non è ispirato al pari di uno spento Zaniolo. Smalling concede un rigore ingenuo, Pau Lopez salva a più riprese. Per Mazzarri il solito asse dei miracoli targato Sirigu-Belotti, Ola Aina piace, Berenguer a volte tende a strafare, Verdi senza infame nè lode.
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