Ill Benevento di Pippo Inzaghi, dopo essere andato al riposo in svantaggio per effetto del gol alla mezz'ora di un superlativo Ilicic, favorito da una deviazione di Glik, reagisce subito nella ripresa: assist di Pastina, diciannovenne di Battipaglia all'esordio in Serie A, in campo da solo cinque minuti, e gol di Sau. Poi un uno-due micidiale della Dea, firmato indirettamente dal solito Ilicic: serpentina e tiro a giro respinto, a propiziare il tap-in di Toloi; pennellata magistrare per Zapata, prima del gol del definitivo 1-4 firmato, nel finale, dal subentrato Muriel. Fondamentale Montipò per evitare un passivo più pesante, ma resta la consapevolezza che il percorso di crescita del Benevento, anche contro avversari di assoluto spessore, continua.. Terza vittoria di fila per gli orobici che irrompono in zona Champions.
ll primo tempo vede il Genoa ben organizzato, di fronte a un Bologna aggressivo. La prima occasione vera arriva alla mezz'ora, con Orsolini che controlla un servizio di Vignato e calcia potente e preciso, ma Perin alza sopra la traversa. Sul finire di frazione il gol del Genoa: fuga di Shomurodov che supera Paz e mette in mezzo, tiro ribattuto in mezzo all'area da Da Costa, tutti a guardare mentre Zajc precede Dominguez e ribadisce in rete. Si va all'intervallo col Genoa in vantaggio.
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Al rientro in campo, due cambi nel Genoa: Ghiglione ed Ebongue per Criscito e Behrami. Il Bologna cerca il pareggio con Hickey che serve Orsolini,la cui conclusione è imprecisa. Al 52' Genoa vicino al raddoppio, con Bani di testa su cross di Zajc. Ma il 2-0 arriva subito dopo: Schouten sbaglia il controllo su passaggio centrale di Da Costa, Ebongue gli porta via il pallone e Destro ha buon gioco nell'appoggiare in porta. La partita in pratica finisce qui, il Bologna punta solo a evitare l'imbarcata, il Genoa controlla e arriva in fondo con una vittoria che lo allontana dalla zona calda di classifica.
Tutto troppo facile per il Milan. Partita senza storia quella andata in scena questa sera a San Siro tra la prima della classe ed un Torino che, dopo la vittoria del Genoa, torna a sprofondare al terzultimo posto. Pronti-via e la squadra di Stefano Pioli prende subito in mano le redini del match, con i granata costretti a piazzare le barricate all’interno della propria metà campo. E a forza di spingere alla fine il gol rossonero arriva, sull’asse Brahim Diaz-Leao: filtrante dell’ex Real Madrid e piazzato dell’attaccante portoghese, che batte Sirigu con il destro. La supremazia rossonera è palpabile e Kessié la concretizza dieci minuti più tardi. È il 35′ quando Belotti stende Diaz all’interno dell’area di rigore granata: l’arbitro Maresca non vede fallo ma, dopo la chiamata del VAR, va al monitor di bordocampo e fischia il penalty per il Milan. Dal dischetto si presenta il centrocampista ivoriano che non sbaglia: 2-0. Timida la risposta del Torino, che va vicino al 2-1 con un episodio: calcio di punizione dal limite dell’area battuto da Rodriguez (43′) che finisce sulla traversa. Nel finale di prima frazione – al 47′ – è però ancora una volta la squadra di Pioli a sfiorare il gol: contropiede manovrato da Leao e concluso da Kessié, che calcia a botta sicura, ma trova davanti a sé un super Sirigu.
Al 50′ si illude di poterla riaprire: un contatto falloso in area di rigore del Milan tra Verdi e Tonali induce Maresca a decretare il calcio di rigore per il Torino ma, dopo aver consultato il VAR l’arbitro torna sui suoi passi e assegna il fallo in attacco ai danni 24 granata. il Torino passa al 4-3-1-2 ma, seppure provi ad aumentare l’intensità, non riesce a produrre tiri in porta. Il primo arriva solo al 92′, quando sulla conclusione deviata di Segre c’è la grande parata di Donnarumma.
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