Parte forte il Parma all'ora di pranzo, ducali che attaccano prevalentemente sulla corsia di sinistra con Pezzella: è proprio l'ex di turno il grande protagonista dell'inizio sprint del Parma, con un cross al bacio che Cornelius spinge in rete anticipando Zeegelaar e Bonifazi da attaccante vero.. Ci prendono gusto i due crociati, che tentano di servire il bis con un'azione fotocopia: Pezzella serve sul secondo palo Cornelius, che stavolta però trova l'opposizione di Musso. Dopo un inizio shock, l'Udinese prova a guadagnare campo, e al 17' si rende pericolosa con Zeegelaar, bravo a fiondarsi su una perfetta sponda di Llorente, ma non altrettanto abile nella finalizzazione. Gli ospiti insistono, ma ad essere più reattivo e brillante appare il Parma, che attorno alla mezz'ora si guadagna un calcio di rigore con Mihaila, il quale, con la sua rapidità, costringe Becao al fallo in area: dagli undici metri si presenta Kucka, che non sbaglia. E' 2-0 per i crociati, che nel finale rischiano di segnare anche la terza rete: è ancora lo scatenato Mihaila a seminare il panico in area bianconera: in questa circostanza, tuttavia, è bravo Musso a salvare sul rumeno.
Gotti prova a ravvivare i suoi ragazzi nella rirpsa con gli ingressi di Molina e Nestorovski, ma è sempre il Parma a creare le palle-gol più nitide. Al 47', ad esempio, è Kucka a impensierire gli ospiti, con una conclusione dalla distanza che termina fuori di non molto. Proprio quando sembra che la gara sia ormai indirizzata nella direzione giusta, l'Udinese la riapre col neo entrato Okaka, bravissimo a beffare di testa Sepe su una pennellata al bacio di De Paul. E all'80', dopo aver rischiato in un'occasione con Mihaila che, in acrobazia, non riesce a trovare la porta, la formazione bianconera si porta sul 2-2 con Nuytinck, il quale brucia Bruno Alves freddando l'estremo difensore dei ducali con una poderosa incornata. Più col cuore che con le gambe, il Parma cerca di tornare in vantaggio, ma i tentativi di Gagliolo, Cyprien (su punizione) e Man, seppur di poco, terminano fuori dallo specchio, lasciando l'amaro in bocca per un successo buttato alle ortiche come la possibilità di rlanciarsi in classifica, pari prezioso invece per la banda Gotti.
Gara perfetta nel derby gestita dall'Inter di Conte che trova subito il vantaggio al 5' con Lautaro che raccoglie l'invito di Lukaku e supera Donnarumma. Sempre protagonista Lautaro che sfiora il raddoppio in un paio di occasione ma non fallisce quella offerta da Perisic nella ripresa.
Poi, lungo predominio nerazzurro con il Milan che si scuote a cavallo dei due tempi, specie ad inizio ripresa dove Samir Handanovic è autentico protagonista dicendo no con tre parate clamorose a Ibrahimovic e Tonali. Ma nel momento migliore dei rossoneri, l'Inter piazza il raddoppio firmato ancora da Lautaro Martinez che corona una splendida azione corale. Il Milan prova con coraggio a reagire ma si scopre e subisce anche il terzo gol con una cavalcata di pura potenza culminata con un tiro in buca d'angolo di Romelu Lukaku. Non c'è più storia: l'Inter fa suo con autorità il derby e ora mette quattro punti di vantaggio tra sé e i rossoneri, dove Zlatan Ibrahimovic esce al minuto 75 quasi come segnale di resa in una giornata amarissima per lui e il Diavolo.
Dopo un primo tempo piuttosto noioso, succede tutto nella ripresa tra Atalanta e Napoli. La Dea passa subito in vantaggio al 7’ con Zapata su assist di Muriel, ma il Napoli non ci sta e con una deliziosa invenzione di Zielinski pareggia solo 6 minuti dopo. Ne passano altri 6 e i nerazzurri ripassano in vantaggio con un’azione esemplare iniziata da Muriel, continuata da Zapata e finalizzata da Gosens. Il Napoli con il neo entrato Insigne va vicinissimo al pareggio e poi viene punito da un capolavoro di Muriel che si libera dal limite dell’area e batte Meret. Sul 3 a 1 sembra poter essere finita, ma al 75’ il Napoli accorcia le distanze grazie a un autogol di Gosens. Al 79’ però chiude definitivamente i giochi Romero di testa siglando il 4-2 definitivo. Un’Atalanta che sorprende per il la capacità di reagire anche ai momenti di difficoltà contro un Napoli, in grande emergenza, ma che gioca una partita a tratti molto battagliera.
In dieci uomini per oltre trenta minuti, il Benevento strappa un pari d'oro contro la Roma. La squadra di Inzaghi disputa una prova perfetta dal punto di vista difensivo, concedendo nulla agli attaccanti giallorossi. Al " Vigorito" regna l'equilibrio per gran parte del match. Poi al 12' della ripresa il Benevento resta in inferiorità numerica per l'espulsione di Glik (doppia ammonizione). Inzaghi riorganizza la squadra inserendo Caldirola per Viola e la Strega riesce a controllare bene la Roma, disputando una prova di grande sacrificio. Nel finale la squadra di Fonseca alza il baricentro e il Benevento rischia di capitolare. Caldirola al 49' salva sulla linea una conclusione di Pellegrini che aveva approfittato di una sponda aerea di Dzeko. Un minuto dopo Pairetto mostra il rosso anche ad Inzaghi (doppia ammonizione) che è già nel tunnel quando l'arbitro indica il dischetto per un contatto in area di rigore tra Foulon ed El Shaarawy. Qualche istante dopo, però, il "Vigorito" può tirare un sospiro di sollievo: attraverso il Var, infatti, gli arbitri riscontrano un fuorigioco di rientro di Pellegrini e, quindi, revocano il rigore. Al triplice fischio il Benevento può far festa per un punto conquistato con carattere e grande personalità. Occasioni persa per gli uomi di Fonseca per accorciare in classifica
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